Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

giovedì 11 settembre 2014

Un mese fa.

È passato un mese.
Un mese da quella partenza che mi ha portato ad Eretria, un comune della Grecia che fino a tre settimane prima quando avevo prenotato la vacanza in agenzia, devo ammettere, non avevo mai sentito. Un mese da quella che ricorderò come la più bella vacanza di sempre.
Un mese da quando vidi apparire in cielo quella bellissima luna piena e rossa mentre ero diretta all'Aeroporto di Bari e che volli prendere come un segno positivo; quasi a voler cercare dalla luna la garanzia di un'estate che avrei voluto non fisse mai.
Quella tra l'undici e il dodici agosto è stata la nottata più lunga della mia vita, ferma nella sala d'attesa dell'aeroporto, stanca dopo il viaggio da Napoli fino al capoluogo della Puglia, in ansia e seduta su quelle scomodissime sedie senza riuscire a chiudere occhio per tutta la notte. C'erano parecchi ragazzi, tutti in attesa di quel volo per Atene alle sei del mattino; molti di loro erano riusciti ad addormentarsi, chi a terra, chi in posizioni strane sulle sedie.
Praticamente tutti, tranne me.
Ero quasi certa che non sarebbe stata una vacanza all'insegna del divertimento dato che ero da sola senza amici, ma avrei visto Atene, una delle città che ho sempre portato nel cuore ancora prima di vederla e andava bene così. E poi io sono abituata a stare da sola, lo sono sin da piccola e spesso la mia compagnia è l'unica di cui ho davvero bisogno, per cui non ero preoccupata per questo.
E, mentre quasi tutti dormivano, io ero acciambellata su una sedia, con gli occhiali da vista e l'iPad intenta ad iniziare (e, per poco, anche finire) Harry Potter E Il Calice Di Fuoco. Non avevo sonno, ero stranamente sveglia mentre i miei occhi passavano continuamente dall'orario sul display del tablet al tabellone delle partenze.
 
Più che altro ero infastidita perchè gli altri dormivano beati; provo sempre molta invidia per quelli che riescono ad addormentarsi ovunque, mentre io faccio fatica persino a prendere sonno in un letto comodo e poi c'erano tutti quei rumori, prima i fuochi d'artificio, poi il tipo che girava per l'aeroporto con la macchina per pulire... E poi alla fine il sonno è arrivato, quando il cielo scuro iniziava a schiarirsi lentamente e le sveglie (degli altri!) suonavano alle quattro del mattini del 12 agosto 2014, orario in cui si sarebbe aperto il check in.
È stato lento, stancante e i sedili "comodi" dell'aereo mi sembravano la terra promessa così come il cornetto mangiato velocemente prima dell'imbarco.
Prima di quell'alba su Bari che, come la luna qualche ora prima, mi era sembrata un bel modo per iniziare le vacanze.
Il lento scorrere del tempo in aeroporto sembra poi aver voluto recuperare nei quindici giorni successivi che si sono accavallati in una corsa frettolosa. Nel momento in cui ho allacciato le cinture, sono crollata in un sonno quasi ininterrotto che si è concluso solo con la voce del comandante della MistralAir che informava i passeggeri che erano atterrati all'Aeroporto di Atene.
Lì, il tempo di recuperare i bagagli e poi l'accoglienza da parte delle ragazze della Balkan Express che ci hanno portati ai vari autobus per i vari villaggi sulla costa di Atene; molte delle persone che avevo visto dormire quella notte a Bari e con cui avevo viaggiato, avrebbero preso strade diverse. Io ero sul pullman per l'Eretria Village-Holidays in Evia che, dalle spiegazioni di una simpatica ragazza campana della Balkan, sembrava il paradiso, ancora di più delle foto che avevo visto in Internet.
Le quasi due ore di viaggio (sarebbe stata un'ora e mezza se l'autista non avesse mantenuto gli 80km/h per tutto il tragitto!) sono state per me modo di riprendere il flirt iniziato con Morfeo sull'aereo, per cui mi sono ritrovata al villaggio senza sapere bene come esserci arrivata.
Faceva un caldo allucinante!
Cocktail di benvenuto, primo assaggio della cucina del ristorante dove avrei più o meno digiunato per i prossimi quattordici giorni, l'arrivo in camera, i bagagli disfatti, ancora un po' di sonno e poi ho fatto la prima immersione nella vita del villaggio. Un bellissimo villaggio.
Mi ci sono volute poche ore per apprezzare la struttura, per notare quanto l'animazione fosse efficiente e per fare subito il paragone con le due estati al Nausicaa che fino a quest'anno mantenevano rispettivamente da sette e sei anni il primato di "estati più belle".
A fine serata, ero già particolarmente interessata ad un animatore e questo - è risaputo - è il primo ingrediente affinchè io inizi ad amare una vacanza.
Tre giorni dopo avevo già svariati lividi, di cui uno al ginocchio che me l'ha gonfiato tantissimo e che tutt'ora dopo un mese, mi fa ancora male; avevo già partecipato a tutte le attività del villaggio a mo'di "incubo peggiore degli animatori"; ero stata coinvolta già in uno spettacolo serale ed avevo passato il più bel quindici agosto da svariati anni (il mio disappunto per feste come Ferragosto e Capodanno è risaputo e lì in Grecia non c'è l'usanza di festeggiare Ferragosto).
Esprimere il desiderio con i palloncini e dopo il Sangria Party, mi ha portato piacevolmente indietro al Nausicaa e allora ho capito che le estati 2007-2008 avevano un valido rivale.
Parte del desiderio che ho scritto e poi attaccato al mio palloncino rosso, si è avverato davvero.
Voglio essere felice.
E lo sono stata, ero davvero felice lì.
Sono stati quattordici giorni incredibili, caratterizzati da numerosi momenti stupendi, da grandi emozioni e sentimenti molto forti, da sorrisi sinceri, da persone speciali (quasi mi manca persino il ragazzino che è stato il mio stalker e che un po' mi inquietava... quasi)... Sono stati quindici giorni intensi, ma purtroppo eccessivamente veloci. 
Sono passate poco più di due settimane dal percorso a ritroso da Eretria all'Aeroporto di Atene, da quel viaggio così diverso da quello dell'andata, così pieno di lacrime e di dolore per la fine di un'estate indimenticabile. Due settimane da quel volo di ritorno a Bari che ha fatto abbastanza male.
E ancora adesso, dopo due settimane, quel dolore di aver lasciato un posto così bello dove mi sono divertita tanto ed ho conosciuto persone splendide, è ancora qui con me, attenuato, ma comunque c'è.
E non potrebbe essere altrimenti vista la bellezza di questa vacanza.