Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

lunedì 4 aprile 2016

Sliding doors

Ho sempre trovato Sliding Doors un film geniale, ma probabilmente me ne sono innamorata definitivamente solo dopo che, durante una lezione di Teorie e Tecniche del Montaggio Cinematografico nell'Aula Leydi del Dipartimento di Arte e Spettacolo in Via Barberia 4, avevamo passato tre ore ad analizzare quel film (stiamo parlando di due anni e mezzo fa)... queste sono cose che segnano e le possibilità erano due: o questo film l'avrei odiato per il resto della mia vita fino a farmi venire l'orticaria se solo ne sentivo il titolo, oppure l'avrei adorato forever and ever. Sarà che comunque Gwyneth Paltrow è impossibile da detestare in qualsiasi caso, al contrario delle simpatiche gemelle di Shining che mi fanno tuttora terrore e che mi hanno fatto odiare la fotografa Diane Arbus. (Se si considera che oggi a lezione mi sono pure ricordata la differenza tra forma-sonata e forma-rondò riconoscendo quest'ultima in una composizione di Schumann, allora direi che è chiaro che oggi ho troppe reminiscenze damsiane e, prima che mi venga una botta di nostalgia ancora più forte per i tetti rossi, la gramigna dell'Osteria dell'Orsa e le Due Torri, è meglio che sposti i miei pensieri altrove).
Tornando a Sliding Doors, quasi due settimane fa ho vissuto in prima persona la celebre scena del treno. Mi spiego: causa testa tra le nuvole, avevo erroneamente prenotato un treno che anziché partire dalla Stazione Centrale come al solito, sarebbe partito da Rogoredo, per cui, mentre ero in anticipo come sempre, mi sono ritrovata invece a dover fare altri venticinque minuti di metro per raggiungere l'altra stazione, con il cuore in gola e la netta sensazione che non ce l'avrei mai fatta perché la metro per un guasto si era bloccata dieci minuti in qualche stazione a me sconosciuta della Linea Gialla. Sono arrivata di corsa al binario e in quell'istante si sono chiuse le porte ed è partito quello che doveva essere il mio treno; dato che sono una persona tranquilla e sana di mente, ovviamente mi sono fatta venire una crisi isterica che quasi mi ha portato ad un collasso quando due minuti dopo è arrivato un altro treno su quello stesso binario, treno che poi ho realizzato essere il mio treno, in ritardo. Grazie Trenitalia, grazie per i tuoi ritardi che in questo mondo di incertezze restano sempre un'ancora a cui aggrapparsi.
Ero già nel mood di quesiti leopardiani dovuti a decisioni che per me – sempre tranquilla e sana di mente – sono sembrate molto simili a questioni di vita o di morte; decisioni che mi hanno fatto pregare contemporaneamente Dio, Atena e Apollo (Dea della saggezza e Dio della musica, perché non si sa mai!), Mufasa e persino le dodici Sailors affinché mi mandassero un segno... naturalmente in cielo non ho visto apparire né la scritta "on air" né il logo di Live Nation e quindi mi pare chiaro che devo cambiare le divinità a cui mi rivolgo.
Ad ogni modo ho passato le successive quattro ore e quarantacinque minuti e le corrispettive sei fermate del treno da Milano (pardon... ROGOREDO) a Napoli a pensare "e se?"; gli inglesi direbbero "what if?"... (le persone normali in treno ascoltano musica, leggono o dormono, io invece aumento le mie già numerose paranoie).
E se nella fretta di prendere il treno fossi riuscita ad entrare in quello che mi aveva chiuso le porte in faccia cosa sarebbe successo? Avrei pagato una multa molto (chiedo scusa per l'allitterazione involontaria) salata ma avrei incontrato l'uomo della mia vita o magari un importante regista hollywoodiano che mi avrebbe notata nonostante le lacrime ed il mascara sciolto e mi avrebbe proposto di recitare nel suo prossimo emozionante film che sarebbe stato successo mondiale di incassi?
E se non fossi stata ammessa al Master in Comunicazione Musicale?
E se scegliessi di seguire un tour piuttosto che lavorare in radio cosa ne sarebbe della mia vita? Sarei una trottola con gli orari sballati come mio padre? Sarebbe invece un'occasione oppure sarebbe un'opportunità persa perché il mio destino è la radio?
E se fossi stata una persona con "la testa sulle spalle" ed avessi deciso di seguire la strada di mamma anziché quella di papà ed ora fossi laureata in odontoiatria? Nah, questa è un'ipotesi che rasenta la fantascienza, mi vengono i brividi solo a pensarci...
E se avessi risposto a quella domanda, quel "a cosa stai pensando" sussurrato dolcemente dopo quel bacio, non avessi abbassato lo sguardo ma gli avessi detto che lo amavo, sarebbe cambiato qualcosa?
E se i miei genitori non avessero divorziato sarei stata meno restia ad innamorarmi, a fidarmi, a dire "ti amo"?
E se fossi nata bionda e bella ma scema?
E se fossi rimasta a Napoli?
E se quell'amicizia in cui credevo tanto fosse stata vera come speravo?
E se lui fosse innamorato di me?
E se... "Siamo in arrivo a Napoli Centrale... We're arriving in Napoli Centrale..." solo la voce registrata del FrecciaRossa poteva interrompere i miei vaneggiamenti. Avevo la sensazione che il mio cervello stesse andando a fuoco e l'aria frizzante della mia città è stata un piacevole lenitivo.
Con la mia valigia rossa, la borsa ed il computer, mi sono diretta alla Circumvesuviana e, nell'attesa, ho ricevuto la mail del Radio City Milano che mi confermava che mi avevano presa come volontaria per i tre giorni di festival e questo mi è sembrato già un segno molto migliore dell'improbabile scritta rossa in cielo; forse era ciò di cui avevo bisogno per smetterla di tormentarmi in quel modo e farla finita con tutti quegli "e se?" ed ho capito che ci sono cose che non saprò mai, perché sono andate così e basta e va bene così, non avrei voluto nascere bionda (lo sono stata per due anni e mi è bastato per tutta la vita) e di sicuro non sarei rimasta a Napoli, in qualsiasi caso; altre invece possono sempre cambiare, ma è inutile che io stia qui a farmi cinquantacinque paranoie che contribuiscono solo ad aumentare l'insonnia notturna e l'ansia mattutina. Infine ci sono altre cose ancora che voglio scoprire e non mi accontento di pensare a come sarebbe stato se avessi agito in un altro modo, quest'ultime sono domande che possono ancora avere risposte, forse non immediate, ma non voglio che queste risposte si perdano nel vento.
Nel frattempo ho deciso di concentrarmi su una cosa alla volta, non dico che sia facile, ma ormai ho un'età e non posso passare le notti a fissare un soffitto bianco, ci fosse almeno un affresco o una riproduzione del Tempio di Poseidone A Capo Sunio di William Turner... Quindi adesso sono in fibrillante attesa del Radio City Milano, per tutto il resto ho tempo per scoprire i vari se...