Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

sabato 28 settembre 2013

H&M

No, non pensavo di fare una recensione sulla catena di vestiti ed accessori H&M, ma semplicemente notavo che di recente che la mia vita ruota attorno ad un sacco di cose e/o persone il cui nome inizia per M.
Ho basato la mia vita sulla musica, facendone praticamente l'elemento fondamentale subito dopo l'ossigeno, passando anni a studiare, suonare, cantare ed ascoltare tantissime canzoni e tanti concerti, fino ad arrivare a scegliere un'università lontana dalla mia città natale, dai miei genitori e dagli amici e da tutte le mie abitudini, semplicemente per far sì che la musica permeasse ancora di più in me, in tutte le sue sfaccettature, dalla storia, all'armonia, all'acustica e tutto il resto. Studio qualsiasi cosa faccia parte della musica, lo faccio con passione e con immenso interesse, anche se molte persone (moltissime), pensano che non ci sia niente di più noioso di queste cose ed arricciano il naso se mi gaso parlando del Clavicembalo Ben Temperato di Bach. E vabè, ognuno ha i suoi gusti e le sue passioni, io per esempio potrei star male al solo pensiero che certe persone studiano per poter salvare da una condanna dei criminali. Punti di vista.
Inoltre sono nata nel quartiere di Bagnoli a Napoli, un quartiere che per la sua recente storia è abbastanza permeato di musica; la mia storia - così com'è - deriva per gran parte da Viale Campi Flegrei 55 e da quel Cortile di Bagnoli dov'è iniziata la vita da pirata dei fratelli Bennato e di conseguenza anche quella di mio padre. Ah, tra l'altro, nella smorfia napoletana, il numero 55 simboleggia la musica ed il cinque (spesso duplicato), è un numero che si ripete tantissimo nella mia vita (il mio nome e il mio cognome, la somma della mia data di nascita, la somma del mio numero di matricola...).
Bagnoli inoltre è un quartiere industriale della zona Sud-Ovest di Napoli, ma prima di essere rovinato dall'Ilva e poi dall'Italsider, questo quartiere era - così come suggerisce il nome, Balneolis - una zona dove si fanno (si facevano) i bagni e si poteva usufruire delle terme naturali. Insomma, gli antichi romani adoravano Bagnoli ed era una specie di posto di villeggiatura dell'epoca. Come dar loro torto?
Bagnoli è bagnata quasi completamente dal mare, un altro elemento che in qualche modo ha sempre fatto parte della mia vita. Essendo nata in una città di mare, ho con quest'ultimo un legame particolare: mi trovo a mio agio nell'acqua, tanto da essere definita più volte una sirenetta e da bambina è capitato che desiderassi così tanto andare a mare da buttarmici in pieno inverno e con i vestiti durante un pranzo con i miei genitori. E il mare mi manca tantissimo, mi manca l'odore, il rumore che fa quando è mosso dal vento, mi manca il clima mite delle città di mare.
E infine passo all'infinita serie di persone il cui nome inizia per M che hanno in qualche modo condizionato la mia vita. Chi per brevi periodi, chi per periodi più lunghi... Iniziando proprio da mio padre, Massimo, che è sempre stato il mio faro, la mia guida e di cui spesso mi ritrovo ad essere il riflesso, in tutti i sensi. È il mio primo eroe, la persona con più cultura che abbia mai conosciuto e che negli anni ha cercato di passarmene un po', facendo sì che io mi appassionassi all'arte, ai musei, alla musica, al teatro, alla lettura; insomma, è la persona che mi ha dato di più culturalmente parlando e per cui io provo un amore incondizionato. Accanto agli interessi e alle passioni, c'è poi stato l'affetto, l'amore, l'educazione e tutta una serie di sentimenti che mi ha trasmesso mia madre, che tra l'altro tra i suoi vari nomi di battesimo ha anche una M (Bianca Maria Francesca Lucia). Ho preso molto da mia madre, ho praticamente tutti gli aspetti negativi e positivi del suo carattere e, sebbene sappia che i miei difetti (e i suoi) non sono proprio tralasciabili, sono fiera di avere il carattere che mi ritrovo, di essere buona e di cercare sempre il meglio nelle persone e, anche quando non ce l'hanno e mi deludono, cerco sempre di dare un'altra opportunità, esattamente come fa lei che mi ha resa probabilmente una delle persone più educate, timide ed altruiste di questo mondo. E soprattutto che mi ha resa una persona migliore.
Un'altra importante persona con la M, è stata la mia professoressa di lettere del triennio al liceo. Chiunque abbia avuto lei come insegnante con ogni probabilità la ricorda quasi tremando; era una professoressa incredibilmente preparata e non solo sulle sue materie, ma per questo anche incredibilmente esigente. Penso che per colpa sua abbia avuto i più forti attacchi di colite (e di panico) della mia vita, ma a distanza di tempo, ricordo solo la sua capacità di farmi amare spassionatamente ciò che lei mi ha insegnato e la grande persona che è, che ha creduto in me anche quando io stessa non ci credevo, che mi ha spronata anche se io davo consapevolmente il peggio di me, mi ha messo dei sonori due per farmi capire che potevo dare molto di più, fino a farmi quasi commuovere quando invece mi elogiava per i voti alti e più che meritati che avevo preso - grazie al mio linguaggio quasi perfetto, al mio modo di scrivere e di esporre i concetti -, fino a farmi piangere quando, dopo il mio esame di stato, ho realizzato che l'avrei persa nel mio percorso accademico e che purtroppo non avrei mai più incontrato insegnanti del genere.
Infine ci sono una sfilza di ragazzi di cui mi sono devastantemente infatuata che, ironia della sorte, avevano la M come iniziale del nome (e a volte anche del cognome)... Insomma, ho una lista di Marco che sono andati via e non ritornano più da fare invidia alla Pausini.
(Foto scattata in un hotel a Milano nel 2007)

mercoledì 25 settembre 2013

E il terzo anno accademico inizia così.

Nessuno dovrebbe fare qualcosa che non ha voglia di fare e io, purtroppo, ho fatto troppe volte cose che non volevo fare convincendomi invece che in realtà volevo farle. Ora ho capito, forse.
Ed ho messo anche questo nella valigia che ho portato a Bologna, una pesantissima valigia piena di roba, di pensieri e forse anche di quelle quattro quattro farfalle un po' più dure a morire, molto più pesante di quella con cui partii due anni fa per arrivare in questa città, con troppi conti in sospeso e troppe idee troppo confuse. Per cui l'ho presa di forza e l'ho portata su per tre piani di scale di un palazzo antico ed ancora mi fanno male le braccia, ma va bene così, sono felice.
Sono felice, molto più di quanto immaginassi. A metà luglio ho lasciato Bologna esasperata dopo il mio primo semestre (o forse dovrei dire eptamestre) da sola, era stato difficile e chi lo nega, ma poi è passato il tempo, mi sono ripresa dallo stress degli esami ed ho avuto la mia dose di coccole da chi di dovere e alla fine, in realtà molto prima di quanto pensassi, Bologna mi mancava già.
Però l'idea di tornare mi metteva un po' d'ansia, non so bene perchè... Ma poi, mentre Napoli si rimpiccioliva dal finestrino del treno, mi rendevo conto che restare non era ciò che volevo sul serio e che non mi sarei potuta sentire più serena di quel momento. E quelli che fino a pochi giorni fa mi sembravano problemi, ora mi sembrano soltanto far parte della mia infinita collezione di pippe mentali inutili. (n.d.r. ma quanto mi piace questa espressione?)
Non sono scappata, so benissimo da me che i problemi non si risolvono scappando, mi sono solo resa conto che restare era il vero problema.
Per cui eccomi di nuovo qui, a Bologna, nella mia piccola camera, con le mie abitudini, con gli amici che mi regalano bei momenti di studio e non (soprattutto non), con la mia pessima cucina che però adesso non è più tanto brutta e con la mi autoironia... e con tutto il resto.
Sono semplicemente tornata alla mia vita, quella di studentessa universitaria che crede fermamente nei suoi progetti futuri.
Sì, ora si chiamano progetti futuri, non sogni. Non che si siano realizzati nel frattempo, ma chiamarli sogni significa dare loro un'accezione effimera, quasi negativa perchè è sottinteso che inconsciamente pensiamo che non potranno mai essere realtà; parlare di progetti invece è tutta un'altra storia, perchè significa rimboccarsi le maniche e mettersi all'opera per attuarli. Ed è quello che ho intenzione di fare e che in effetti già sto facendo. Ecco, anche questo significa crescere.
E, mentre mi rimbocco le maniche, mi diletto in sperimentazioni culinarie alternative e cerco di ricordare tutte le infinite regole della teoria musicale, sono anche carica per questo nuovo anno accademico, l'ultimo!
Per cui vivere in una città bella come Bologna e studiare nella facoltà più figa che esista, ha come unico risultato quello di non veder l'ora di iniziare i corsi. Nonostante le indecisioni per scegliere i corsi del piano di studi, lo stress per le varie gite tra segreterie ed uffici didattici, l'ansia per il laboratorio di musica ogni giovedì dalle 19 alle 21 (l'ansia va più che altro all'inverno e alla neve!), la segreteria che cambia/sposta/posticipa gli orari dei corsi a giorni alterni come le targhe, sono sul serio in fomento per il mio ultimo anno universitario, che tra l'altro è iniziato con una colazione al bar con gli amici, meglio di così... Ah, ho pure comprato l'agenda quest'anno!

lunedì 16 settembre 2013

Buoni propositi.

I buoni propositi per il nuovo anno io li comincio tre mesi prima del nuovo anno, perchè tanto so che Capodanno sarà deprimente come ogni anno da quando ho smesso di stare su un palco il trentuno dicembre, così mi attaccherò alla prima bottiglia di spumante di poco conto che troverò in giro e le bollicine mi faranno dimenticare della lista di buoni propositi, facendomi iniziare il nuovo anno nello stesso modo in cui avrò concluso quello precedente. Con il piede sbagliato.
Il problema è che non ho ancora capito bene qual è il piede giusto, così mi sento un millepiedi alla ricerca del suo piede non sbagliato.
Per cui direi che l'inizio del mio terzo ed ultimo anno accademico è un buon momento per parlare di buoni propositi, probabilmente non li rispetterò comunque, come succedeva ogni anno quando riprendevo la scuola ripromettendomi sempre di iniziare a studiare sin dall'inizio e per le prime due settimane ci riuscivo anche, poi però inspiegabilmente i compiti si quadruplicavano e mi lasciavo sempre qualche argomento arretrato per poi ritrovarmi a fare assenze programmate il giorno prima di un compito o di un'interrogazione per cercare di recuperare tutto.
Ad ogni modo in questo momento ho bisogno di avere dei buoni propositi, un modo per far svagare la mia mente che sembra occupata da una serie di problemi che alla fine si risolvono in eclatanti sciocchezze. Insomma, ho bisogno di un diversivo.
Per cui ecco i miei buoni propositi.
Con il terzo anno al DAMS, bisogna ottenere dei crediti facendo delle ore o di seminario o di tirocinio o di laboratorio musicale, io ho scelto quest'ultimo e quindi da ottobre fino ad aprile dovrò seguire il laboratorio dalle 19 alle 21 per due giorni alla settimana. Potrei scegliere di far parte del coro, il che sinceramente non mi dispiacerebbe dato che passo 3/4 della mia giornata cantando... oppure si richiede la conoscenza elementare di uno strumento musicale.
Ecco, oltre a suonare il clacson come qualsiasi donna isterica al volante, a saper fare il giro di Do sulla chitarra e a saper riprodurre qualche melodia - senza accordi! - sul pianoforte, so anche suonare il violino. E tecnicamente le mie conoscenze non sono neanche tanto elementari, o almeno non lo erano.
Ho suonato il violino per tre anni nella sezione musicale alle medie, avendo un rapporto strano con quello strumento, mi è stato imposto perchè i posti per pianoforte erano tutti pieni ed io avevo un buon orecchio musicale che sarebbe stato adatto per suonare il violino. All'inizio l'ho odiato, poi ho iniziato ad apprezzarlo, fino ad amarlo, fino a vincere anche un paio di concorsi. Fino a decidere di fare l'esame di ammissione al Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, su dodici posti io sono arrivata tredicesima, ma avevo un punteggio più alto di persone che erano state ammesse. Le ingiustizie non mi sono mai piaciute, per cui il disgusto per quello che era successo ha fatto sì che io prendessi il mio violino, lo chiudessi nella sua custodia e non lo aprissi più. Il laboratorio musicale al DAMS mi offre la possibilità di riprenderlo e riscattarmi, di portare avanti una passione che per la delusione ho accantonato; era un'idea che mi balenava nella mente già da un po', ma non lo suono più da circa sei anni, ho perso i calli che dolorosamente mi si erano formati sui polpastrelli e praticamente dovrei iniziare tutto d'accapo, per cui ecco i primo dei miei buoni propositi: portare il mio violino a Portalba per cambiare le corde ormai vecchie ed usurate dal tempo e dall'immobilità e tornare a suonarlo il più presto possibile.
L'unico dolore che voglio provare in questi mesi è quello delle corde sottili che mi taglieranno le dita finchè non si formeranno di nuovo i calli, ripudio qualsiasi altro dolore, soprattutto quello per persone che non sono minimamente interessate a me e per le quali ho sofferto fin troppo. La smetto di correre dietro alle persone, d'ora in poi chi mi vuole mi cerca, ma soprattutto deve considerare che io potrei anche non esserci più. Ci sono stata per troppo tempo, mi sono fatta calpestare in onore di sentimenti forti, che provavo solo io e adesso mi sono scocciata di esserci per gli altri e di essere sempre più assente per me. Ecco il mio cambiamento e non ho bisogno di un nuovo look per attuarlo!
Ed il terzo dei buoni propositi è quello più inattuabile visti gli orari allucinanti di quest'anno, per cui lo dico più per aggiungere qualcosa alla lista che per altro... Non dico di voler fare la dieta, ma di cercare di mangiare in maniera più adeguata e tenermi in forma... Ma questa, lo ripeto, potrebbe essere la solita frase comune di tutti, lunedì inizio la dieta... Chissà però qual è il lunedì in questione.
 

domenica 8 settembre 2013

Brand new me.

Molte persone dicono che un nuovo taglio di capelli rappresenta l'inizio di una nuova vita. O meglio, come se si chiudesse un capitolo della vita e ne iniziasse un altro. È una frase che mi ha sempre fatto ridere, oggettivamente è ridicolo, cambiare acconciatura è un cambiamento fisico, nemmeno poi tanto rilevante, ma non cambia nient'altro.
Non si cambia mai, a meno che non siamo noi stessi a decidere di cambiare e comunque è una cosa molto difficile.
Per questo, quando ho deciso di scurire un po' i capelli, non pensavo a nessun grande cambiamento spirituale, era una questione pratica: i miei capelli non erano chiari come li ho portati per un anno, quindi per quanto belli, era stressante stare dietro ad una ricrescita scura che dovevo coprire tipo ogni mese, per questo la decisione di tornare castana... Che poi il mio parrucchiere abbia deciso di farmi diventare improvvisamente bruna e che io abbia passato gli ultimi giorni a dannarmi per questo tono così scuro, è un altro discorso. Nessun grande cambiamento, nessuna nuova me. L'unica cosa che ho ricavato dalla mio nuovo look, è stato un video... L'ennesimo, in cui prendo in giro prima me stessa e poi le persone in generale. Tutte. Beninteso, in modo scherzoso, non mi permetto di giudicare, perchè se è vero che nessuno è perfetto, io sono il ritratto dell'imperfezione. Però non mi sono caricata di buoni propositi che so già in partenza che non porterò mai a termine. Sono sempre la stessa.
È proprio questo il problema, che io non cambio e mi rendo conto che nessuno più di me dovrebbe cambiare. 
Sono sempre quella che ha più sogni nel cassetto che mutande. 
Quella che cerca di vedere sempre il buono nelle persone, anche quando non c'è, finchè non mi faccio male e allora mi limito ad ignorare quell'individuo, senza ribattere, senza chiedere spiegazioni, senza urlare... Così, lasciando tutto in sospeso, perchè non mi piace nemmeno parlarne, perchè perdo tutte le parole possibili, anche quelle brutte.
Sono sempre quella che crede nell'amore e che preferisce restare sola piuttosto che prendere in giro o essere presa in giro. Sono dell'idea che avere un soprammobile accanto non sia utile per me e sia solo una grande perdita di tempo e a me il tempo serve, sono sempre alla ricerca di più tempo, per cui non posso permettermi di sprecarlo.
Sono quella che cerca di essere sempre positiva, anche quando di positivo non c'è niente; sono peggio dei cartoni della Disney, sono sicura che alla fine c'è sempre un lieto fine. Non ci posso fare niente, è più forte di me, penso sempre che il meglio deve ancora venire, anche quando non sembra possibile, anche quando la vita ha rischiato di schiacciarmi... Allora, l'unico segno del mio cedimento fu tingermi i capelli di nero - non per cambiare, ma per riflettere quello che stavo provando -, per questo mi sono arrabbiata tanto quando sono uscita dal parrucchiere con i capelli così scuri, perchè mi riporta a quel periodo.
Sono quella troppo buona, troppo ingenua, troppo tutto... Ma anche quella che si sente sempre un passo indietro rispetto agli altri, che pensa di non essere abbastanza e di avere sempre qualcosa da imparare.
E sono quella che ha messo l'amicizia sempre al primo posto, anche prima di me stessa. Sono quella che ha pochi amici, ma in cui crede ciecamente e si farebbe uccidere per loro. Ma il tempo mi ha portato a capire che ancora una volta sono un'illusa, perchè la realtà è che ancora una volta ho voluto vedere il buono quando invece sono circondata da voltabandiera, opportunisti, ipocriti che per amicizia intendono qualcuno di cui hanno bisogno in un determinato momento e che possono buttare il momento dopo e che disonorano il significato stesso di amicizia. E che io, purtroppo, continuerò comunque a perdonare, sempre.
Per questo mi piacerebbe che dopo aver passato due ore e mezza dal parrucchiere, non fosse cambiato solo il mio colore di capelli, ma anche io. Mi piacerebbe davvero poter dire "taglio nuovo, vita nuova!". Vorrei sul serio poter dire che questo è il marchio di una nuova me, ma purtroppo non è così. 
It's a brand new me... not yet.