Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

giovedì 27 ottobre 2016

L'ennesima stupida lettera d'amore

Ciao.
Sono mesi che non parliamo più e forse più di un anno che non parliamo seriamente e io mi sono ripromessa di non cercarti più perché è inutile e deludente ed ogni volta io ci sto peggio.
E con tutte queste "e" probabilmente tu già detesteresti questa frase smettendo di leggerla e facendomi così arrabbiare e star male.
E.
Mi sembro Vasco Rossi.
Comunque ci sto riuscendo. A non cercarti, intendo.
Dopo gli svariati messaggi senza risposta, alla fine ce l'ho fatta – con l'unica eccezione del tuo compleanno, ma non potevo non farti gli auguri, nonostante tutto –, quindi forse c'è un rimedio al mio incommensurabile masochismo.
Non dico che sia facile, ma questi quattro anni sono stati tutto tranne che facili. Credo che con te sia impossibile, o con me, non lo so.
In questi giorni stavo ripensando a quando ci siamo conosciuti. Ventinove Maggio Duemiladodici. Quattro anni fa. E nel modo più assurdo: grazie ad un mio tweet durante una puntata di A Tu Per Gu su Radio Deejay.
A volte mi chiedo come sarebbe stato se quel tweet non l'avessi mai scritto o se tu non l'avessi letto. Chi avrei desiderato così tanto in questi anni? Chi mi avrebbe inviato tutti quei messaggi? Con chi avrei parlato a telefono nel cuore della notte a bassa voce per paura di svegliare le mie coinquiline a Bologna? Chi mi avrebbe fatto versare le prime lacrime d'amore? Chi sarebbe stato il ragazzo che avrei amato per la prima volta, così tanto, in modo così totalizzante ed ostinato?
O forse ci saremmo conosciuti comunque, in un altro modo. Chissà.
La verità è che mi manca l'aria se penso che avresti potuto non fare parte degli ultimi quattro anni della mia vita e forse è il mio incommensurabile masochismo a parlare, ma sono contenta che tu ci sia stato, nonostante tutto.
Fatta eccezione per il tuo compleanno, è dal 18 Maggio che non parliamo e dal 29 Giugno che ho smesso di cercarti. Il che significa che sono quasi quattro mesi esatti, centoventi giorni e mi sembrano centoventi piccoli spilli infilati nel petto, ma fa' conto che questa sia la mia solita tendenza al dramma.
Il desiderio di scriverti c'è praticamente ogni giorno, ma mi trattengo, così come mi trattenevo nel dirti quello che avrei davvero voluto ogni volta che eravamo insieme. Troppo poche, comunque.
Nel frattempo cerco di non pensarti. Ci sono giorni in cui mi riesce benissimo: durante lo stage, ora che scrivo la tesi, quando sono con un altro... Ma poi arriva la notte e di tanto in tanto il tuo nome o il tuo volto compaiono nei miei sogni anche se questi non hanno niente a che fare con te, poi il sogno lo dimentico al mattino, ma quando mi sveglio resta comunque la tua presenza. E allora va male.
E frequentare altri ragazzi è abbastanza inutile, se nemmeno quello che sembrava l' "amore della mia vita" dagli occhi acquamarina e la lingua serba è riuscito a farmi dimenticare davvero di te, non credo che ci possa riuscire il primo arrivato. Un po' lo spero però. Non che non stia bene con altri, per fortuna riesco ancora a diventare di caramello fuso se a baciarmi è un ragazzo che mi piace molto, se ricevo i suoi messaggi o passo del tempo con lui e per una crudele ironia della sorte, ho passato molto più tempo con chi conosco da pochi mesi che con te. A volte penso anche che sono molto presa, ma non è lo stesso, con te tutto era diverso.
Quando tu mi inviavi un messaggio, anche dopo svariati giorni, succedeva sempre una cosa strana: avvertivo un leggero vuoto allo stomaco prima ancora di leggere il tuo nome sul display. Ancora adesso non so spiegarmi come sia possibile.
Ma che senso ha torturarmi così? Quindi mi butto a capofitto in altre pseudo-relazioni improbabili e complicate che non hanno né capo né coda e cerco di dimenticarti, qualche volta mi illudo anche di esserci riuscita, soprattutto di recente.
Questo post però è una prova del contrario; insieme alle mille note sul mio iPhone che inizialmente sono nate come messaggio per te, ma che non ti ho mai inviato. Temo che tu possa continuare a non rispondere e comunque sarebbe un po' da psicopatica scriverti: "Ciao, volevo dirti che sono innamorata di te, cazzo. Esattamente in questi giorni prima di Halloween, quattro anni fa, realizzavo che stavo perdendo la testa per te come non avevo mai permesso che succedesse prima e per mia sfortuna ti amo ancora anche se tu ti sei dimostrato uno stronzo. Con amore, Helda."
Meglio di no. Non ha senso scaricare un peso del genere su di te che sei completamente disinteressato e la memoria del mio iPhone è abbastanza capiente da reggere quel milione di note dedicate a te; magari un giorno resteranno solo quelle e basta.
Ma per il momento sono certa che se tra due settimane tornassi a Napoli e ti incontrassi per caso tra gli scaffali di dischi de La Feltrinelli in Piazza Dei Martiri come la primissima volta che ci siamo visti, ti amerei esattamente come ti ho amato su quella panchina in Via Chiaia quando ci siamo baciati la prima volta e come ogni momento successivo a quel pomeriggio del sedici Luglio 2013.
Forse passerà, forse no. Nel frattempo continuo a ripetermi una frase di una canzone del tuo TZN: "Sì, lo ammetto, un po' ti penso, ma mi scanso, non mi tocchi più."
E comunque... mi manchi, Mmio.
 

venerdì 7 ottobre 2016

Cari Coldplay...

Cari Coldplay,
io ho tutti i vostri dischi - originali eh! mica quelli comprati dal vucumprà in Piazza del Gesù, che credete! - certo, voi potreste obiettare che io sia una collezionista di dischi e non potrei darvi torto, tant'è che a quattordici anni ho comprato Headstrong di Ashley Tisdale semplicemente perché mi piaceva una canzone, dopodiché non l'ho mai più ascoltato e manco la mamma della Tisdale se lo ricomprerebbe, quindi resta lì, il più nascosto possibile nel mio scaffale con tutti i dischi.
Però generalmente se mi prendo la briga di spendere i miei soldi per comprare l'intera discografia di un artista/band - anziché, che ne so, comprare dei pantaloni di una taglia più piccola dato che quelli dell'inverno scorso mi stanno larghi - è perché mi piace parecchio.
Affinché voi lo sappiate, i vostri CD sono sistemati davanti a tutto, per farvi capire: c'è la discografia completa di John Mayer, Bob Dylan, Queen e poi spiccate voi proprio in pole position.
Per di più, ho passato svariate serate tristissime accasciata sulle piastrelle giallo vomito del mio appartamento a Bologna, piangendo disperata sulle note di Fix You e pensando al più stronzo degli stronzi, semplicemente perché la frase "When you're too in love to let it go" era proprio appropriata a lui/"noi". Nel frattempo speravo - invano! - che lui mi scrivesse facendomi così tornare gli occhi a cuoricino per qualche minuto, anche se però non serviva a placare il dolore che provavo perché lui non ricambiava minimamente il mio amore. (Ci ho impiegato quattro anni per capire che le sue parole dolci erano semplici parole di uno che è molto bravo a scrivere!)
Cioè, cari Coldplay, capite? Io ascoltavo voi in quei momenti! Mica Adele o Laura Pausini come fanno tutti! Cioè, è una cosa importante! La scelta della canzone in momenti del genere è davvero fondamentale, probabilmente se avessi ascoltato Someone Like You, mi avrebbero ritrovata diciotto ore dopo morta come Janis Joplin, invece voi mi avete dato la forza di andare avanti, di non ispirarmi al suicidio di Madame Bovary, ma di alzarmi e tornare nella mia stanza con un gran mal di testa e gli occhi rossi e gonfi come quelli di un coniglio albino e di pensare che io da sola avrei try to fix you, cioè me.
Io non so come funzionano le cose all'estero, ma qui in Italia è un casino con le prevendite dei biglietti di un concerto: gente che piazza metaforicamente le tende sul sito di TicketOne da giorni prima, persone che s'ammazzano per un posto in piccionaia, tipi del secondary ticketing che comprano biglietti per il corrispettivo di tutta la popolazione cinese per poi rivenderli a prezzi così alti che dopo un po' ti chiedi se sia meglio comprare un biglietto per il concerto o comprare direttamente la Parlophone... Cioè, una tragedia! Se poi si aggiunge che in questo periodo c'ho un po' le ovaie che girano come i pianeti del sistema solare, allora è proprio brutto.
Provate a capirmi, ho passato tutta la mattinata su quel dannato sito che ha crashato un triliardo di volte e alla fine non sono riuscita a comprare i biglietti né per il 3 Luglio né per il giorno dopo e nel frattempo dovrei scrivere la tesi del Master (che dovrei consegnare a fine mese ed ho scritto solo tre pagine per ora), sto cercando lavoro, mi faccio un casino di paranoie per altri motivi che non vi sto a raccontare perché insomma, i problemi in amore li abbiamo tutti, vero Chris?
Insomma, non è che avevo proprio tutta sta voglia di far scendere tutti i Santi dal Paradiso mentre perdevo il mio tempo su TicketOne. Fossi almeno riuscita a prendere un misero biglietto, e invece niente!
E il vostro concerto volevo proprio vederlo.
Poi immaginate la figata: io sono una di quelle che ai concerti urla così tanto che la mia voce quasi sovrasta la musica, chiunque si trova accanto a me preferirebbe essere svegliato ogni domenica dal trapano del vicino piuttosto che perdere l'udito durante il concerto a causa delle mie urla che sembrano quasi ultrasuoni, poi ballo, salto, a volte cado io da sola perché perdo l'equilibrio... Cioè, è proprio uno spasso avermi ai concerti, pensate quante risate! Poi volete mettere l'effetto speciale che manco Hollywood quando voi cantaterete Fix You e io allagherò San Siro perché tanto proprio in quel momento mi ricorderò di non aver mai dimenticato lo Stronzo e quindi ascoltare quella canzone dal vivo mi distruggerà? Ma noi pensiamo positivo, cari Coldplay, c'abbiamo la testa piena di sogni e siamo sicuri che per Luglio le mie paranoie saranno finite ed io avrò un ragazzo con cui limonare duro mentre voi cantate Yellow.
In Italy we say "che figata" and it means "it's very cool", pensateci Coldplay, in nessun'altra parte del mondo ci sarebbe un elemento del genere ad un vostro concerto; quindi mettiamoci d'accordo: io cucino una bella teglia grande di pasticcio di tagliatelle, vi invito qui a casa, ci beviamo un po' di vino italiano che è sempre buono, facciamo casino che tanto i vicini sono abituati a me che canto e voi in cambio mi date un accredito per il vostro concerto. Chris, mi rivolgo soprattutto a te, pensaci bene! Il pasticcio di tagliatelle in cambio di un biglietto, mi sembra ragionevole, no? Che lo so che tanto Gwyneth ti faceva mangiare al massimo solo una caesar salad!