Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

giovedì 23 agosto 2018

Quindici minuti di celebrità (non voluta)

L'anno in cui mi sono diplomata io - ormai il lontano 2011 - ricordo che tra le tracce della Maturità ce n'era una particolarmente interessante che allora non scelsi semplicemente perché mi sentivo più ferrata con l'articolo di giornale piuttosto che con il tema; d'altronde la mia insegnante di lettere nei tre anni precedenti aveva spesso tessuto le lodi dei miei articoli, premiandomi con voti anche parecchio alti sebbene lei non fosse proprio generosa con la penna rossa. Quindi ignorai la traccia "Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti".
Quel tema però aveva molto materiale su cui avrei potuto lavorare nonostante la potenza dei Social allora non fosse ancora arrivata ai livelli di adesso. Di sicuro avrei potuto scrivere molto di più delle tre colonne e mezzo dell'articolo di giornale in ambito artistico-letterario sull'amore, odio e passione che scelsi alla fine.
Tuttavia, a svariati anni di distanza da quelle sei ore di pura ansia nella calda aula della 5C dell'Artemisia Gentileschi di Napoli, sento che adesso potrei fare un tema veramente interessante su quell'argomento basandomi persino su un'esperienza personale molto recente.
In questo mondo di Social Network ed esibizionismo profondo, dire che non ci sia una quasi spasmodica ricerca della popolarità, sarebbe affermare il falso. Io stessa ho rincorso la "celebrità" prima con i video su Youtube, poi con gli articoli per un giornale online, con il mio blog e persino con le foto che posto su Instagram sperando di diventare un giorno come quelle bellissime viaggiatrici che vivono solo di viaggi e poco altro. Confesso che, nei miei vaneggiamenti più reconditi, ho anche pensato che alla fine sarei diventata famosa per qualcosa di buono, immaginandomi già titoli come "Helda, colei che con le sue lotte contro il razzismo ha fatto rinsavire il suo paese alla deriva facendo dell'Italia la nazione più accogliente, aperta e colta di tutta Europa" e invece no.
Piuttosto, di ritorno dalla mia amata Grecia, mi sono ritrovata a scrivere per gioco un tweet che, inspiegabilmente, ha riscosso un successo eccessivo ed immeritato.
Il tweet in questione era solo una giocosa richiesta di ritrovare un ragazzo carino che avevo visto sul volo di ritorno: "Ci provo, magari Twitter mi aiuta. Sul volo da Kos a Bergamo di oggi c'era un ragazzo che viaggiava da solo, t-shirt grigia, jeans e sneakers bianche con i capelli castani e degli intensi occhi chiari. Aiutatemi a trovarlo, per favore."
Niente di trascendentale considerando quante sciocchezze scrivo ogni giorno sul Social per divertimento. Non che non avessi sperato di ritrovare davvero quel ragazzo, in fondo ne avevo lette varie di storie del genere al limite del romanticismo "si incontrano nel posto X, lei o lui si innamora, smuove mare e monti per ritrovarlo ed ora si amano alla follia". Ma era chiaramente un gioco, niente di più.
Ma, già ad un'ora dalla pubblicazione del tweet, mi sono resa conto che c'era qualcosa di diverso da tutti i miei precedenti deliri in 280 caratteri: in un'ora avevo ottenuto già un centinaio di retweet, cosa davvero strana perché con i post più fortunati ne avrò ottenuti forse al massimo una decina.
Il mattino successivo le condivisioni sono diventate davvero tante. E sono arrivati anche moltissimi commenti.
Inizialmente i commenti erano gentili, di persone che, avendo letto il tweet, erano rimasti affascinati da questa storia romantica e mi davano il loro supporto per la ricerca del misterioso ragazzo che tanto mi aveva affascinata. Per un po' ho persino pensato che fosse possibile ritrovare quel ragazzo e vivere una di quelle storie romantiche che avevo letto.
Poi il delirio.
Superati i cinquecento retweet la situazione ha iniziato a degenerare. Oltre alle risposte positive, ne sono arrivate molte altre ed è stato un crescendo di insulti. Innanzitutto sono stata accusata di violare la privacy e alla mia obiezione che non avendo fornito nessuna generalità ma solo una descrizione così poco approfondita, non avevo violato affatto la privacy del ragazzo, mi è stato risposto che sono dozzinale. Vabè, una persona che ha avuto una brutta giornata, che sarà mai?, mi sono detta. Ma poi è peggiorato. Sono stata accusata di stalking (seriamente? A parte scrivere un post per gioco su Twitter non ho fatto altro per cercare il ragazzo), mi è stato detto che sono in cerca di like da allupati, che sono disperata, che devo vergognarmi per quel post, che sono ridicola e faccio pena ed addirittura un "ma muori" immediatamente segnalato e bloccato.
A quel punto mi sono resa conto che ci sono tante persone che godono nel dire cattiverie contro altre, pur non sapendo nulla di queste ultime, ma lo fanno solo per sfogare una rabbia repressa e sentirsi meglio, anche perché in questo clima di odio profondo verso l'altro, si sentono legittimati a fare tutti così. Giusto perché per loro è assolutamente giusto avere un'opinione diversa a priori e farlo sapere nel modo più sgradevole possibile e quindi perché no, perché non vomitare addosso ad un perfetto estraneo tutto il mio risentimento per il suo quarto d'ora di popolarità piuttosto che tacere e passare avanti? Tanto mal che vada vengo bloccato sul Social da quell'individuo...
Ma non è finita! Dopo gli insulti è arrivato il momento epifanico: ventiquattro ore dopo aver scritto il tweet, una collega di mia madre le ha inviato un messaggio in cui le riferiva che ciò che avevo scritto sul mio account Twitter era stato riportato da Il Mattino con tanto di articolo al riguardo. Ci è voluto poco tempo affinché mi rendessi conto che quella testata non era l'unica e mi sono venuti i brividi.
Gli articoli - tutti uguali, copiati ed incollati in loop senza il minimo sforzo creativo - sono corredati del mio nome e cognome e molti hanno preso anche delle mie foto da Instagram. SENZA AUTORIZZAZIONE.
Ho provato a contattare alcune testate giornalistiche e per fortuna alcune sono state abbastanza acute da rimuovere gli articoli, altre invece hanno fatto "orecchie di mercante", come il sedicente giornale Cronache della Campania che ho telefonato perché non ho ricevuto risposta per mail e la scorretta persona con marcato accento napoletano che mi ha risposto sosteneva che essendo il tweet pubblico, così come le mie foto, riportarlo sul loro sito non avevano affatto violato la mia privacy. (Io da napoletana non vorrei cadere negli stereotipi, ma solo un napoletano poteva essere così scortese e menefreghista eh! E non vorrei nemmeno cadere nello stereotipo della napoletana camorrista ribadendo che se poi all'egregio signore e al suo sito di (dis)informazione arriva una bella diffida o una denuncia, poi però non si deve lamentare!)
Ora, dopo tutta la calma e l'educazione che ho cercato di mantenere da Venerdì, vorrei dire che ho studiato Diritto Pubblico - esimie teste di razzo, aggiungerei! - e non essendo io un personaggio famoso - per cui comunque ci sono delle normative al riguardo - usare le mie generalità e le mie foto SENZA IL MIO CONSENSO pur essendo pubbliche è VIOLAZIONE DELLA PRIVACY; e violare la privacy di una persona è reato per cui ci sarebbero tutti gli estremi perché io possa decidere di far passare un brutto quarto d'ora a questi giornalisti.
Ma se pensavo che il peggio fosse passato, mi sbagliavo. Il Lunedì sono stata contattata da una giornalista di una delle testate giornalistiche più importanti d'Italia che mi chiedeva l'autorizzazione per far uscire un articolo riguardo al mio tweet (almeno loro hanno avuto il buon senso e la serietà di chiedere, prima!) e, dopo averle spiegato che la situazione era degenerata, che avevo scritto quel tweet per gioco e non mi aspettavo né volevo una tale risonanza e che, a causa degli articoli degli altri, dovevo rifiutare richieste d'amicizia e messaggi da infinità di sconosciuti, per non parlare degli insulti, la risposta che mi è stata data è stata "a questo punto non scriverne affatto sarebbe difficile perché gli altri ne hanno parlato"...
Ma davvero? Davvero non ci sono argomenti migliori di cui parlare, di più rilievo rispetto ad un tweet di una perfetta sconosciuta che al rientro dalle vacanze si è presa una cotta per uno sconosciuto? Davvero? L'Italia è in una situazione allucinante con ponti che crollano, ministri che incitano l'odio e giocano con la vita delle persone solo perché in esse hanno trovato un capro espriatorio su cui indirizzare i problemi del paese ed il problema dei giornalisti era quello di informare le persone di un tweet?
Per fortuna lei almeno è stata comprensiva e alla fine pare che l'articolo non sia uscito. Ma non era l'unico perché alla fine si sono diffusi a macchia d'olio e per di più sono stata invitata in un programma televisivo di quelli che intrattengono le annoiate casalinghe con argomenti del tutto futili durante i loro pomeriggi a stirare e, dulcis in fundo, mi è stato persino richiesto di raccontare l'accaduto in radio! E mai nella mia vita avrei pensato che qualcuno mi potesse chiedere di parlare in radio non per lavoro ma per una cosa del genere! Ho rifiutato tutto perché non volevo né tutta quella fama immeritata per un motivo così stupido, né "cavalcare l'onda" perché non è un segreto quanto io ambisca a lavorare nella comunicazione musicale.
Nutro un profondo rispetto per il lavoro del giornalista ed il suo sacro compito di informare - e naturalmente capisco bene il punto di vista delle redazioni televisive e radiofoniche -, mi rendo anche conto che le paghe adesso non siano così gratificanti probabilmente e che dal passaggio dal cartaceo al web ci sia bisogno di riempire molti più spazi, ma non nutro così tanto rispetto per i giornalisti che di una sciocchezza del genere hanno fatto una notizia. Nemmeno quando leggevo il Cioè da ragazzina avrei avrei trovato uno spazio per qualcosa di davvero così irrillevante per il lettore. Voglio dire, a me interessava sapere se Duncan James fosse single, ma avrei letto con perplessità il piccolo inserto dedicato ad una cosa del genere, a meno che il finale non fosse stato positivo come le storie che avevo letto online in passato e che mi hanno portata a scrivere quel tweet...
Gente, non ho salvato l'Uganda! Datevi tutti una regolata e rivedete le vostre priorità!
E, se questo post dovesse essere letto dagli stessi che hanno pensato bene di cavalcare l'onda di uno stupido tweet virale, rinnovo la mia richiesta di cancellare i vostri articoli, rimuovere le mie foto e le mie generalità che avete preso senza il mio consenso.


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