Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

martedì 20 settembre 2016

M'indigno anche io

Che bel paese l'Italia. L'Italia dell'arte, del buon cibo, della moda e di questo lungo, incessante Medioevo.
L'Italia delle tendenze, l'Italia degli ignavi di cui parlava Dante nel Terzo Canto della sua Commedia: sempre lì ad inseguire la direzione che il vento impone alla bandiera, perché loro non sanno prendere una posizione.
O meglio, una posizione magari la prendono anche, a patto che venga retwittata il più possibile.
E l'argomento è sempre lo stesso: il sesso.
Si direbbe che alla fine del 2016 il sesso non sia più una parola tabù, ma d'altronde il 2016 non è proprio l'anno in cui cade l'Impero Romano D'Occidente? Ah no, quello è il 476, però dai, il 6 finale è lo stesso, quindi direi che non cambi poi tanto, no?
Per cui è ovvio che in questo "periodo buio", parlare di sesso faccia ancora scandalo. Certo, non tutto il sesso, sia chiaro! Ci stiamo avvicinando all'Anno Mille, per cui riferimenti al sesso sono ovunque: un buon film al cinema, ad esempio, non può essere considerato tale senza una bella scena hot; però oh, se il termine è affiancato a due persone dello stesso sesso (per l'appunto!) o, ad una donna, allora ecco che diventa qualcosa di vergognoso di cui non bisogna parlare.
Anzi no, se ne parla, perché l'Italia ha sempre qualcosa da dire! (E forse il problema è proprio questo.)
Eh sì, perché se viene pubblicato in Internet un video di un momento intimo tra una ragazza della provincia di Napoli ed il lurido verme bastardo con cui purtroppo è stata, il problema non è lui che ha pubblicato quel video, anzi, lui è un gran figo! Ma lei, invece, è una "gran troia". Punto.
Ed ecco che diventano tutti campioni dello sport più amato d'Italia. No, non il calcio, ma la pratica atletica del pollice sul touch-screen dello smartphone. Così la rete si gonfia di perbenismi vari: perché lei non doveva fare quello che ha fatto, perché lei l'ha voluto, perché, perché, perché... Ma soprattutto tutti lì a ripetere quel "bravo" manco fosse il nuovo imperdibile tormentone estivo di Alvaro Soler, senza rendersi conto invece che il continuo replicare quel "bravo" li rendeva particolarmente simili ad un gregge di pecore che belano all'unisono.
Dopodiché però, la ragazza di cui sopra, si è suicidata, così eccolo di nuovo, l'italiano medio nella sua attività preferita di scrivere sul suo profilo quanto sia indignato per l'avvenuta tragedia; in questo sport la vittoria si misura in like e post clonati.
Ma poi basta che il nuovo lurido verme bastardo di turno decida di hackerare il computer di un personaggio più o meno famoso - che guarda un po', è donna ed è anche bella ed aveva delle foto private in cui era nuda "o peggio" -, allora l'italiano medio, con la sua memoria da pesce rosso, torna a sparare sentenze.
La verità è che in questo oscuro Medioevo esistono troppi moralisti, non so dire se sia colpa della Chiesa Cattolica che purtroppo per noi "risiede" in Italia (che dovrebbe essere un paese laico). So solo che il Medioevo mi annoiava anche quando lo studiavo a scuola.
Quanto difficile è arrivare ad un periodo storico - e magari a delle mentalità - più illuminato? Quanto tempo ci vorrà prima che una donna non venga giudicata perché fa sesso semplicemente per il piacere di farlo e non solo per procreare? Quanto tempo ci vuole per capire che di Vergine Maria ce n'è stata una sola (per fortuna)?
Una donna ha il sacrosanto diritto di fare tutto il sesso che vuole, di avere orgasmi quando e con chi le pare e anche come le pare, di fare del sexting ed inviare delle foto provocanti a qualcuno per il puro piacere di eccitarlo e giocare con lui e di avere persino delle foto provocanti nel suo personale computer o smartphone, scattate magari in un momento di particolare autostima o frivolezza di cui non deve dare conto a nessuno. Ha il diritto di guardare un film porno se le va e di commentare le prestazioni cinematografiche di Rocco Siffredi senza che nessuno per questo pensi che lei sia una poco di buono o una depravata. Tuttavia nessuno ha il diritto di spiattellare allo schifoso mondo del web ciò che rientra nella sua sfera privata, per il puro piacere di divertirsi umiliandola.
E smettetela di sentenziare sempre su qualsiasi cosa, piuttosto fatevi una bella scopata e tenetela per voi, che sul web ci sono già dei filmati girati da professionisti che sono più bravi e prestanti di voi e che vengono pagati profumatamente per questo.

E se state pensando che anche io, come l'italiano medio, ho gareggiato nella disciplina olimpica di digitazione compulsiva, posso rifilarvi la risposta di un caro amico: la chitarra è mia e l'accordo come stracazzo mi pare. Ovvero (per i meno sagaci): questo è il mio blog, potete anche evitare di leggerlo se non vi piace ciò che scrivo. [E comunque qualcuno deve pure iniziare a dipingere in prospettiva, perché per carità, bellissimi i quadri bizantini, ma in fondo è la Gioconda ad essere considerato il quadro più bello del mondo, forse proprio per la tecnica prospettica che rende il dipinto quasi reale.]

Peace, Love & Sex,
H.
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lunedì 5 settembre 2016

Le mie vacanze greche, ultimo atto (forse)

Ho aspettato più di due settimane per scrivere il consueto post del viaggio in parte perché ho avuto poco tempo e in parte perché sto creando un nuovo blog in cui vorrei parlare solo dei viaggi che faccio, che ho fatto e che voglio fare. Ma per il momento è ancora work in progress.
Per la terza estate consecutiva sono tornata in Grecia, ho voluto questo viaggio con tutta me stessa e quindi, dopo aver setacciato i siti di viaggi/compagnie aeree perché la mia agenzia turistica ha dato forfait, ho trovato quello che mi serviva: due settimane a Creta.
Questa volta senza flirt o amori estivi, solo la mia Grecia, spettacolare come al solito.
Creta è l'isola più grande della Grecia, nonché la quinta più grande in tutto il Mediterraneo, proprio per questo ha poco a che fare con le altre isole che ho visitato, sembra una grande regione in mezzo al mare con varie città che ricordano più metropoli come Atene che piccoli villaggi incantati.
Il fascino ellenico dei templi, delle colonne dorico-ioniche e delle statue degli dei è lontano dagli stili architettonici ed artistici che caratterizzano Creta. In quest'isola magica, di reperti puramente ellenici ce ne sono pochi, è invece molto più profonda e radicata la storia veneziana ed ottomana, le cui tracce sono ancora oggi fortemente visibili.
Io ho soggiornato a Kokkini Hani, una piccola località balneare a pochi chilometri da Heraklion, quindi, per ovvi motivi, la capitale è stata la città che ho frequentato maggiormente. Lontana dalle case bianche di Lindos a Rodi o di Oia a Santorini, Heraklion è una capitale a tutti gli effetti, a metà tra l'Occidente e l'Oriente come Atene, con negozi importanti, strade larghe caratterizzate da una planimetria molto più romana che greca, con la croce principale da cui si diramano verticalmente ed orizzontalmente le altre strade.
Se, come me, si arriva ad Heraklion in autobus, la prima cosa che si vede è il porto veneziano caratterizzato dalla bellissima fortezza di Koules da cui si scorgono - almeno ad un occhio più attento - dei bassorilievi a forma di leone alato che non lasciano dubbi sull'origine veneziana della struttura. Esattamente di fronte alla fortezza si dirama il corso principale della città dove è impossibile non lasciarsi sedurre dai ristorantini che propongono gyro pita, ai negozi di souvenir che vendono argenti, tappeti, lampade turche e creme all'olio d'oliva, fino alle varie agenzie turistiche che propongono le escursioni più svariate. Sempre al centro di Heraklion, altre due strutture mi hanno affascinata particolarmente per la loro "parentela" con alcuni stili italiani: la Loggia Veneziana che mi ha ricordato il Palazzo Venezia in Piazza Venezia a Roma e la Fontana Morosini, italianissima come solo le fontane tardo cinquecentesche-seicenteche possono essere.
Da Heraklion un altro bus - un po' meno elegante di quello che dalla capitale arriva all'altra grande città dell'Est dell'isola, Agios Nikolaos - porta in meno di mezz'ora al Palazzo di Knossos. Dunque, se siete in fissa come me per la mitologia greca e per l'arte legata ad essa, vi avverto subito che in questo sito storico potreste quasi avere una Sindrome di Stendhal; se invece non avete la mia stessa passione, vi avverto comunque che potreste prendere un'insolazione. E questo mi è successo.
I resti del labirintico Palazzo di Knossos sono, a mio parere, tra i siti archeologici più belli che abbia visto in Grecia, insieme al Partenone e all'Acropoli di Atena Lindia. Un consiglio: se proprio pensate di seguire le orme di Teseo per uccidere il Minotauro e di uscire vivi dal labirinto grazie al filo di Arianna, e se soprattutto non avete altra possibilità che farlo l'otto Agosto ad orario di punta, ricordatevi almeno di portare tanta acqua fredda, un cappello e di cospargervi di protezione solare per bambini.
Poco distante da Kokkini Hani, c'è anche Hersonissos che di storico non ha proprio nulla, ma è la meta prediletta per chi vuole allontanarsi dalle numerosissime famiglie che si aggirano per l'isola ad Agosto con tanto di fastidiosi pargoli strillanti, per vivere un po' la movida cretese. Se la parte interna di Hersonissos è un'unica lunghissima strada caotica con numerosi negozi ad entrambi i lati, basta percorrere una delle stradine verso il mare per ritrovarsi su un litorale pieno di localini e ristoranti che accontentano le esigenze di tutti, e per tutti intendo i giovani, non quelli con gli enfants terribles a seguito.
Essendo nella zona Nord-Est dell'isola, arrivare nell'altra città principale era - almeno con l'autobus - alquanto impossibile a meno che non avessi voluto trascorrere una giornata intera - quattro ore andata e quattro al ritorno - a cercare di non vomitare per le curve a strapiombo sul mare. Quindi, purtroppo, non sono riuscita a visitare Chania e nemmeno la caratteristica spiaggia di Elafonissi con la sabbia rosa e la Laguna di Balos. Però in un giorno di pioggia, ho preso un autobus extraurbano e in due ore ho raggiunto la città di Rethymno, sovrastata da un'enorme fortezza veneziana - anche qui! - che però non sono riuscita a godermi come avrei voluto perché quel giorno il vento era impossibile e da là su si aveva quasi paura di volare via. Oltre alla fortezza, Rethymno è formata da un reticolo di stradine piene di negozi e di negozianti fin troppo insistenti che a forza vogliono venderti il medaglione con il Disco di Festo, simbolo cretese; sebbene siano passati dieci anni dal mio viaggio a Corfù con tanto di quinto metatarso fratturato, Rethymno un po' me l'ha ricordata.
Tra le escursioni più belle che ho fatto in quindici giorni a Creta, ad eccezione di Santorini che merita un discorso a parte perché è ad oggi il posto più bello che abbia mai visto, c'è l'Isola di Chrissi. Ad alcune miglia marine dal porto di Ierapetra, c'è questa incredibile lingua di sabbia bianco-dorata che è tutelata come area di intensa bellezza naturale ed è considerata i Caraibi della Grecia. E, pur non essendo mai stata ai Caraibi, posso assicurare che un mare come quello io non l'ho mai visto da nessuna parte; Chrissi è, in definitiva, un piccolo paradiso di circa cinque chilometri situato nella costa greca del Mar Libico ed è uno di quei posti da cui non si vorrebbe mai andar via, una volta arrivatici.
Creta è un'isola stupenda, con il mare più bello che abbia visto, che va dal blu, all'acquamarina fino a sfumature di verde. I cretesi sono tutti abbastanza disponibili e cordiali, sempre pronti a scambiare quattro chiacchiere e a svelarti quanto i greci e gli italiani del Sud siano simili culturalmente e fisicamente. Creta è l'isola dei gatti e quindi un po' la mia isola. Ma è anche l'isola delle contraddizioni, la zona in cui più di tutte si avverte la profonda e terribile crisi economica che ha colpito tutta la Grecia e che qui si riscontra soprattutto nei negozi abbandonati quasi di punto in bianco o dagli edifici in costruzione mai terminati. Al contrario di Rodi che è meta soprattutto di turisti russi molto ricchi, Creta è la meta preferita dalle famiglie, in particolare italiane e infatti non è insolito trovare cretesi che sappiano parlare in italiano. Inoltre, Creta è anche l'isola del vento, almeno nella zona Nord-Est dove io ho soggiornato, in cui il vento non si è mai fermato ed ha reso il bellissimo mare sempre molto agitato.
Infine da Creta è abbastanza facile - un po' meno dal punto di vista economico - raggiungere Santorini in due ore con un aliscafo veloce. Ho girato quest'isola magica in un solo giorno comprando un'escursione guidata; purtroppo il tempo è stato poco, ma Santorini è uno di quei posti in cui conto di tornare, magari anche quanto prima. Ho visto Oia, Fira e la spiaggia vulcanica di Perissa e, naturalmente, mi sono innamorata di questa piccola e deliziosa isola; Oia è il caratteristico villaggio composto da case e chiesette bianche con i tetti azzurri, i colori della Grecia - e del paradiso! - ed è, credo, il posto più romantico al mondo, infatti percorrendo quelle strade candide, io immaginavo universi paralleli in cui vi camminavo mano nella mano con un moro dagli occhi acquamarina... Ma è stata bella anche senza il suddetto moro dagli occhi dello stesso colore del mare ellenico; probabilmente il posto più bello che abbia visto finora.

Tornare in Grecia è stato ancora una volta magico. Provo un senso di appartenenza a questo paese, ai suoi profumi, ai colori, alla lingua ed al cibo e Creta (come Corfù, Eretria, Atene, Rodi e Santorini) è stata all'altezza delle mie aspettative e mi ha regalato un'altra estate meravigliosa, una bella conclusione per questi tre anni greci. Ma anche se l'anno prossimo non tornerò in questo paese e non sentirò più le persone parlarmi in greco perché mi scambiano per loro compaesana, questo non è un addio, ovviamente.