Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

giovedì 27 novembre 2014

Happy Thanksgiving! (Tu vuò fa' l'americana)

 La grandeur, l'étonnante mélancolie de ce tableau, ne sauraient s'exprimer dans les langues humaines; les plus belles nuits en Europe ne peuvent en donner une idée. En vain dans nos champs cultivés, l'imagination cherche à s'étendre; elle rencontre de toutes parts les habitations des hommes: mais dans ces pays déserts, l'âme se plaît à s'enfoncer dans un Océan de forêts, à errer aux bords des lacs immenses, à planer sur le gouffre des cataractes, et pour ainsi dire à se trouver seule devant Dieu. 

Questa è una delle descrizioni dell'America che più preferisco. È tratta dal Génie Du Christianisme di Chateaubriand e parla di un'America ancora selvaggia ed incontaminata, una descrizione non del tutto pertinente visto che lo scrittore francese è nato circa trecento anni dopo la "scoperta" dell'America e gli europei avevano già fatto numerose missioni di colonizzazione e civilizzazione (spesso in nome di un dio e di una civiltà che per noi erano il modello assoluto) a spese dei popoli che abitavano in quelle terre. Ma lui parla delle Cascate del Niagara, non sono del tutto certa se il lato sia quello di New York o del Canada, anche se in effetti tuttora il lato americano non è stato contaminato troppo dalla mano dell'essere umano, quindi è probabile che quando Chateaubriand ha scritto la sua opera, fosse ancora più selvaggio.
Ad ogni modo l'America ha sempre sortito un grande fascino per gli europei, prima appunto per la bellezza di terre non ancora contaminate dall'uomo, poi per tutto quello che l'America è diventata nell'ultimo secolo. Con le sue luci, i suoi sogni, le sue promesse, i grattacieli enormi, il Rock 'n' Roll e i blue jeans e anche con tutte le sue contraddizioni. Un paese a metà tra Stairway to Heaven e Highway to Hell.
Ed inconsapevolmente l'America è diventata parte di noi. Usiamo termini inglesi, mangiamo Big Mac ed abbiamo assorbito pregi e difetti dei nostri cugini d'oltreoceano.
Per quanto mi riguarda, l'America fa parte di me. Mio padre ha sempre vissuto con un piede a Napoli e l'altro a New York, ha lavorato per gli americani alla Base NATO e anche lì negli USA ed ha assorbito le loro tradizioni, i loro modi di fare e, ahimè, anche alcuni loro vizi.
E mi ha cresciuta un po' a metà tra NA e NY.
Mi parlava e mi faceva parlare in inglese da piccola, giocavamo a the hangman e names things cities ed i primi libri che ho letto sono stati Alice's Adventures in Wonderland e Peter Pan, rigorosamente in inglese. Per due estati ho frequentato il Summer Camp alla base americana insieme ai figli dei militari della NATO ed ho stretto amicizia con una deliziosa bambina americana della mia età che ricordo tuttora benissimo: Melany, con i capelli biondo ramati e gli occhi azzurri, un po' introversa come me, con la quale parlavo in inglese. Mi piacerebbe rivederla ora.
Alle medie ero la più brava della classe nella lingua straniera, anche se mi veniva rinfacciato più volte di avere una pronuncia americana e di scrivere spesso "wanna" e "gonna" ed altri termini che nell'inglese britannico non erano ammessi.
Poi per mancanza di pratica ho perso parecchio questa lingua, anche se ancora mi capita di sognare in inglese di tanto in tanto, devo ammettere soprattutto dopo quest'estate.
Però alcune tradizioni americane fanno parte di me, non le ho assorbite come tutti a causa della globalizzazione ma le ho vissute davvero. Infatti ho festeggiato Halloween quando in Italia pochi conoscevano questa festa e ricevevo (e ricevo ancora!) la Halloween Treat Cup con dentro i marshmallow, i cioccolatini della Hershey's e quelli a forma e al gusto di zucca della Gertrude Hawk Chocolates; ho mangiato il tacchino imbottito e cotto al miele per il Thanksgiving, una volta anche alla base americana insieme ai militari, durante il primo discorso per il Giorno del Ringraziamento del primo mandato di Obama; conosco i nomi delle renne di Babbo Natale (che per me è Santa Claus!) in inglese e a Natale non mangio gli struffoli, ma i brownies!
Insomma, non è che voglio fare l'Americana, è che mi hanno disegnata così.
E oggi, per questo Thanksgiving, volevo anche io ringraziare. Ho tanto per cui essere grata, quest'anno è stato molto bello, con alti e bassi certo, ma gli alti sono stati talvolta incredibili e non credo che potrò dimenticare questo 2014 e soprattutto alcune persone che l'hanno caratterizzato.
Perciò buon Ringraziamento a tutti e, cari americani, l'anno scorso il Presidente Obama ha graziato il tacchino, perchè non fate lo stesso anche voi quest'anno? Si può essere riconoscenti anche senza di esso, in compenso avete il diritto (e l'obbligo, per quanto mi riguarda) di mangiare più apple pie!

lunedì 3 novembre 2014

La vera bestia è l'essere umano.

3 novembre 2014, Moncler crolla in borsa dopo l'inchiesta di Report.

Forse dopo tutto quello che l'essere umano ha il coraggio di fare agli animali, la notizia che i piumini della Moncler vengano realizzati con piume strappate dalle oche vive, non doveva poi "sorprendere" così tanto; in fondo l'uomo fa di peggio, no? 
Ma fare dell'ironia su questa notizia, non vi rende simpatici e brillanti, vi rende solo delle latrine (nel senso più latino del termine).
È scandaloso che un marchio come la Moncler (per intenderci: un piumino costa all'incirca 1.500 €, circa quanto un salario mensile di un comune lavoratore!) si abbassi ad una tale porcheria per realizzare i suoi capi. Le normative europee (e probabilmente quelle della maggior parte del mondo occidentale) vietano tali atrocità sugli animali e non bisogna nemmeno essere animalisti per capire quanto questo sia brutale ed assurdo. E, sebbene generalmente sia d'accordo con Voltaire riguardo il non condividere il pensiero altrui ma battersi affinchè possa essere espresso, in questo caso non solo non condivido il pensiero di taluni che espongono le proprie teorie riguardo il "sostentamento dell'uomo" e "il cerchio della vita", ma riserverei loro lo stesso trattamento che subiscono questi animali.
In primo luogo, se non ve ne siete accorti, non siamo più degli uomini di Neanderthal - sebbene abbia la mia personale teoria che molti abbiano ancora il cervello sviluppato come i nostri antenati preistorici, dunque decisamente sottosviluppato rispetto a quello dei gorilla (ah, per la cronaca, i gorilla sono geneticamente molto più simili all'uomo che agli scimpanzé), non posso ahimè confermarla -, nel corso di questo periodo (mica un periodo molto lungo, solo qualche milione di anni) l'essere umano si è evoluto e per gran parte del tempo non ha fatto altro che affermare la sua presunta superiorità - spesso in nome di un dio - rispetto a quella degli altri animali; nel frattempo abbiamo affrontato un paio di rivoluzioni industriali (facciamo tre, va') ed attualmente - lo dico perchè sento che è importante storicizzare e contestualizzare tutto - siamo nell'era della tecnologia in cui riusciamo a creare senza problemi cellulari che spesso sono più intelligenti dei proprietari, per cui possiamo facilmente riprodurre il pelo, la pelle o le piume degli animali. Non è un'utopia, perchè già da svariati anni (e meno male!) esistono pellicce sintetiche o la cosiddetta ecopelle e, guardate un po', sono funzionali e belle esattamente come quelle "originali" e non hanno il peso di numerosi cadaveri sulle spalle.
Secondo (fate per favore molta attenzione a questo punto, sono sicura che anche il cervello di Neanderthal di alcuni può arrivarci con un po' di impegno), il "cerchio della vita" prevede che l'animale più grande mangi quello più piccolo in una sorta di loop naturale ininterrotto, ma non mi pare di aver mai visto un leopardo andare in giro con un raffinato scaldacollo di ermellino per ripararsi dal freddo; sì, d'accordo, si potrebbe opinare che il leopardo, essendo anch'esso fornito di pelliccia, non ne abbia bisogno, allora diciamo che, al posto dello scaldacollo, la borsetta di ermellino è più pertinente per l'esempio. Per cui è vero che l'insetto è mangiato dal topo che a sua volta è mangiato dal gatto e così via come ne "Alla Fiera Dell'Est", ma è anche vero che gli animali non celebrano il Thanksgiving o la Pasqua e non si permetterebbero mai di ammazzare più animali di quanti in realtà necessitano di mangiarne. L'essere umano invece si permette eccome sebbene, la maggior parte delle volte, non ne abbia bisogno.
Questo mi porta al terzo punto: l'essere umano ha la sfacciata presunzione di giudicarsi superiore, di sentirsi il proprietario di questo pianeta e di poter fare quello che stracazzo (perdonate il francesismo) gli pare. Come se ogni essere vivente, vegetale e minerale esistesse solo per il soddisfacimento dei bisogni dell'uomo, qualsiasi essi siano.
Ma l'uomo non è il padrone della Terra e di tutto ciò che la popola, è soltanto un inquilino come gli altri, dotato di un'intelligenza differente che non lo rende affatto superiore, ma solo la bestia più distruttiva e pericolosa che con i suoi ambiziosi vagheggiamenti di superiorità non sta facendo altro che distruggere l'unico pianeta su cui - almeno per ora - ha la possibilità di vivere.
Fintanto che l'essere umano non capirà che ogni cosa al mondo, come lui, ha uno spirito ed un perchè e che non è padrone di nulla, allora non potrà considerasi superiore a niente, ma solo la specie più presuntuosa e cattiva, con grandissime capacità creative sormontate però da una natura distruttiva che mette in pericolo tutti e che probabilmente lo porterà alla sua auto-estinzione.
Nel frattempo, le bestie non sono quelle che vengono spiumate vive per permettere la realizzazione dei piumini della Moncler, la vera bestia è l'essere umano.