Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

mercoledì 31 dicembre 2014

Bello, oltre le aspettative.

«La sua anima si abbandonò lentamente mentre udiva la
neve cadere lieve nell'universo e lieve cadere, come la
discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e i morti.»

La prima volta che ho visto la neve da vicino (e lo ricordo) è stata nel dicembre 2010, a Londra. Era incredibilmente magica e bella; non mi importava del freddo, ero lì incantata a guardarla e a lasciarla fioccare su di me. Ancora adesso la neve mi fa questo effetto sebbene a Bologna ormai abbia visto svariate nevicate, tutte meravigliose. 
Questo è stato un Natale strano, l'ho avvertito poco, forse perchè sto crescendo e sto perdendo la magia del Natale, come quei film natalizi che ripropongono ogni anno in cui il protagonista è una persona adulta che ha accantonato la sua parte bambina. Forse è per il troppo stress per la fine tanto attesa (e un po' temuta) dell'università. Forse perchè ci sono distanze dolorose che nemmeno l'arrivo di Babbo Natale può eclissare.
E poi ieri sera, di ritorno da una bella serata Rock-Blues al Rock Café di Napoli, la neve è arrivata anche qui, nella mia città. E non qualche fiocco veloce che si scioglieva al contatto con l'asfalto, era proprio neve che ha iniziato a scendere copiosa e ricoprire le strade facendomi risvegliare stamattina in un paesaggio davvero insolito per questa città, sembra di aver trovato per sbaglio l'Armadio di Narnia.
E non ci poteva essere conclusione più bella per quest'anno se non con la neve.
Generalmente non mi piace paragonare un anno a quelli precedenti, ciascuno è bello a modo suo, o almeno, io riesco a trovare la bellezza anche in quegli anni totalmente bui (e ne ho vissuti...). 
Ma questo lo è stato davvero e difficilmente dimenticherò il 2014, anzi credo sia praticamente impossibile.
È stato un anno altalenante, caratterizzato talvolta da profonde solitudini e da momenti meravigliosi in compagnia di poche persone ma buone, è stato un anno di svariati "giorni di dolore" e di parecchi successi; di lacrime diverse, di gioia, di tristezza, di dolore ed ultimamente soprattutto di mancanza. È stato un anno di sorprese e di momenti. Quei momenti che mi hanno bloccato il respiro ed inchiodato il cuore al petto. Momenti che non sono stati immortalati nelle innumerevoli fotografie che ho scattato in questi trecentosessantacinque giorni, perchè erano talmente belli da non poter essere costretti in un fermo immagine, ma sono comunque impressi indelebilmente nella mia mente; alcuni più di altri. È stato un anno che mi ha regalato l'estate più bella di sempre, un anno in cui ho riso, ho sofferto, ho amato tanto e sono anche cresciuta molto. Un anno di alti e bassi, in cui gli alti sono stati così incredibili da eclissare tutto il resto.
Un anno che, nel linguaggio che conosco meglio, la musica, è stato caratterizzato da "Fireworks" (fuochi d'artificio), da "Thinking Out Loud" (pensieri ad alta voce), da "Don't Stop Believing" (non smettere di credere), da "Pio Psila" (Πιο Ψηλά; in alto), con dei mash-up di gusto Vivaldiano mischiati al Rock più sfrenato. Un anno in la maggiore, la mia tonalità preferita, con delle veloci modulazioni nelle tonalità vicine del circolo delle quinte.
È stato un anno bello, oltre le aspettative.
Perciò la neve ora a Napoli è il modo migliore per concludere questo 2014 e lo conclude nella maniera più magica, con una città generalmente calda che improvvisamente è bianca. 

Grazie per la neve che sta scendendo. Mi è sempre piaciuta, ma adesso mi sembra proprio puntuale. Tempestiva. Porta pulizia. Porta bianco. Costringe all'attenzione. Ai tempi lunghi. Lima i rumori e i colori. Lima le bave dei sensi. Ce n'è bisogno. Ancora per un po'.



Efharisto para poli, thank you so much, merci beaucoup, danke, spasibo, dziękuję, hvala. 
GRAZIE!