Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

sabato 22 dicembre 2012

#SpecialeNatale 3 - Le vostre storie.

Avrei voluto scrivere questo post ieri in concomitanza con il Zozzoni Day, ovvero Radio Deejay in collaborazione con CESVI, per combattere l'AIDS. Ma tra i lavori a casa, l'ansia dei regali (che ancora non ho finito di fare) e le cuffiette per seguire il Venerdì da Zozzoni, non ho avuto proprio tempo e quasi mi stupisco di averne trovato un po' adesso e di essere seduta sul mio letto con il computer.
Ho iniziato questa mini-rubrica sul Natale a inizio dicembre, con l'intento di inserire nell'ultimo post le vostre storie, lanciando l'hashtag #rennediNatale o chiedendovi di raccontarmele sulla mia pagina Facebook, ma non avendo molti followers interessati, sono riuscita ad ottenere solo tre storie e per me è già un grandissimo traguardo.
La cosa che mi fa sorridere è che questo #SpecialeNatale 3, si è trasformato da una sorta di contenitore storie, aneddoti e tradizioni, in un vero e proprio ricettario di Natale, e le ricette che mi hanno scritto sono talmente buone, che quest'ultimo post sul Natale mi piace ancora di più. 
Dopo di che, mi dedico per due giorni interi solo al video di Natale che chiuderà definitivamente questa mini-rubrica, anche perchè ho fatto i lavori nella mia camera e questo mi sprona ancora di più a fare questo nuovo video che - lo dico già da ora - potrà sembrare un po' diverso dal solito... Forse è leggermente più serio. Leggermente, però.
Quindi, prima di iniziare con le storie/ricette, volevo ringraziare Verdiana, Claudia e Valentina che si sono prestate a questo piccolo giochino sul mio blog semi-sconosciuto.                

  •     "Io abito in un piccolo paese del Trentino e non so quanto le tradizioni che ci sono da me possano essere condivise da tutta la regione; mi limiterò a parlare della mia esperienza. I centri commerciali sono i primi ad entrare nell’atmosfera natalizia con gli addobbi e gli articoli regalo in vendita già che già da metà novembre, cosa che non approvo molto perché poi quando arriva il vero periodo natalizio non c’è più l’attesa che meriterebbe. Io il Natale inizio a sentirlo quando il paese inizia a essere illuminato, quando davanti alla chiesa viene allestito un enorme abete e quando, generalmente l’8 dicembre ma a volte anche qualche giorno prima, vado in soffitta a prendere gli scatoloni con gli addobbi per la casa. Io adoro fare il presepe; sono figlia unica ed è il compito che i miei genitori mi hanno sempre delegato. La cura dei dettagli sta crescendo con me che divento sempre più esigente e questo lo rende davvero mio. Un altro addobbo che mi piace è quello di cui si occupa papà: una grande stella con le lucine appesa alla finestra del primo piano; è bellissima soprattutto perché si vede da lontano. Per quanto riguarda il pranzo di Natale non siamo la famiglia italiana modello: la famiglia si riunisce, c’è più cibo del solito ma le pietanze sono quelle di un normale pranzo domenicale (lasagna, arrosto, patate al forno…)" - VERDIANA.
  •  "Io avevo la tradizione di fare gli struffoli con mia nonna... o meglio la mia tradizione consisteva in questa scena che si ripeteva ogni anni (quest'anno no perchè non aveva voglia): Nonna: <Vale, vieni ad aiutarmi a fare gli struffoli oggi pomeriggio?>Io: <Sì, a che ora?>Nonna: <Alle 14.30.>Io: <Va bene.>14:32 Pm. Arrivò dalla nonna e vedo sciogliere il miele nella padella mentre mio nonno taglia gli struffoli.Io: <Ma nonna, dovevamo farli insieme?>Nonna: <Sì, ma non arrivavi più.>
    Io: <Avevi detto 14.30. Sono le 14:32!>
    Nonna: <E va beh ormai abbiamo fatto...>
    Bella la mia nonna." 
    "Ricetta (anzi, un vero e proprio tutorial) della crema al mascarpone al caffè per il pandoro: Prendi una confezione di mascarpone al supermercato. Paghi. Vai a casa. Fai il caffè. Monta con una forchetta il mascarpone in una ciotola e aggiungi il caffè (io ne metto un cucchiaio da minestra e mezzo, ma dipende dai gusti e da quanto è forte il caffè). Gira e metti in frigo per un'ora almeno. Prima di servirla va lasciata una decina di minuti fuori dal frigo così si "scioglie". La versi sulla fetta del pandoro o su una ciotolina a parte e poi ognuno ne prende quanto vuole. Si può congelare e tirarla fuori quando serve perché da una confezione di mascarpone ne viene tanto se si è in pochi ( dovrebbe essere da 250 gr.)." - VALENTINA.
  • "Io e mamma tutti gli anni facciamo i tradizionali biscottini di Natale Civitavecchiesi, ecco la ricetta: 
    2 kg di farina
    60 gr di cioccolata
    800 gr di nocciole
    4 bustine di vanillina
    8 uova
    200 gr di burro
    200 gr di strutto
    1 kg di zucchero
    3 bustine di cannella
    1/2 bicchiere di Sambuca
    1/2 di Martini
    1 bustina di lievito
    Cioccolato amaro in polvere 
    Mescola le uova con lo zucchero, unisci la vanillina, la cannella, il cioccolato in polvere, il burro e lo strutto sciolti precedentemente e mescola bene. Unisci le nocciole, il cioccolato, i liquori ed il lievito. In fine metti tutto l'impasto su una tavola di legno ed unisci la farina, quando si sarà formato un impasto omogeneo, inizia a fare dei salamini lunghi 15 cm e poi inforna a 180° per 45 minuti" - CLAUDIA.
Ancora grazie a voi tre che avete partecipato alla mini-rubrica #SpecialeNatale e grazie per queste storie/ricette... Grazie in particolare a Claudia, che voglio avvertire già da ora, per il prossimo Natale mi adotterà a casa sua per questi biscotti che sembrano ottimi!

lunedì 10 dicembre 2012

#SpecialeNatale 2 - Gli addobbi.

Se fin'ora l'aria di Natale non era ancora così forte, dopo il weekend appena passato si può dire che è finalmente iniziato il Natale. Eh sì, perchè di regola si inizia ad addobbare la casa l'otto dicembre, giorno dell'Immacolata. Weekend molto freddo in tutta Italia che ci ha regalato anche un bel po' di neve in alcune città (fortunelli!) e anche sul Vesuvio che ha ancora la punta innevata.
La tendenza ormai è quella di addobbare non solo l'albero di Natale, ma ogni centimetro libero della casa, interni ed esterni, infatti i balconi di fronte sono così pieni di luci e di decorazioni di ogni genere che per un attimo m'è sembrato di trovarmi in un incubo ambientato fuori al palazzo di Harrod's a Londra, poi le soavi voci delle persone che abitano in questo parco della periferia vesuviana di Napoli, mi hanno riportata alla realtà.
Va bene l'atmosfera natalizia, ma il troppo stroppia... sempre. E, come spesso accade si rischia di cadere nel  kitch.
In effetti ciò che trovo ancora più kitch delle luci piazzate così un po' ad cazzum sulle ringhiere dei balconi, sono quegli orrendi Babbo Natale che si arrampicano... Quelli sul serio fanno passare la voglia del Natale persino a me che sono un po' come i NonSoChi di ChiNonSo ed aspetto il Natale tutto l'anno, ma pur di non vedere quegli obbrobbri appesi alla finestra, mi farei passare sopra dalle nove renne di Babbo Natale con slitta compresa.
Proprio gli sfigati Babbo Natale che in assenza di camini si arrampicano sulle finestre, mi fanno venire in mente (ma guarda un po') la canzone di Natale di quest'anno di Radio Deejay che, lasciatemelo dire, è come al solito geniale (e qui non parla solo la fan-aspirante speaker di Deejay!) e devo dire anche molto puntuale dal momento che questa moda assurda si sta velocemente sviluppando da qualche anno a questa parte. La versione cantata da Irene Grandi è molto carina, ma quella dei senza vergogna fatta dai dj è ancora meglio perchè rende maggiormente la comicità del testo.
Okay, dopo la breve parentesi barra sviolinata per Radio Deejay (oh, nun se pò mai sapè!), continuiamo a parlare di addobbi...
Per quanto mi riguarda, io mi sento molto nord-europea anche in questo. Cioè, mi spiego meglio: quando ormai quattro anni fa sono andata a Parigi per uno stage linguistico con la scuola, era fine novrembre e la ville de l'amour era già illuminata dalle lucine colorate di Natale che le davano un effetto ancora più magico e romantico, poi ho scoperto che al Nord d'Europa, si inizia ad addobbare per Natale già fine novembre, se non mi sbaglio proprio il 24, ad un mese esatto dalla Vigilia.
E io che praticamente inizierei a fare l'albero già dopo Halloween, amo particolarmente questa tradizione e sono contenta che lentamente anche in Italia si inizia ad illuminare e a mettere i primi addobbi un po' prima dell'otto dicembre.
Ma purtroppo quest'anno la mia fretta nel voler fare l'albero e spargere le decorazioni Natalizia è stata messa un po' a freno - causa lavori a casa -, quindi ancora non ho potuto addobbare la casa, ma mi rifarò presto!
Uno dei ricordi più belli che ho, legati al Natale risale all'otto dicembre di un anno qualsiasi, quando vivevo ancora a Bagnoli e, con entrambi i miei genitori, facevamo l'albero. Mio padre era più bambino di me ed avrebbe iniziato a mettere le decorazioni prestissimo, mentre mia madre cercava sempre di rimandare. La tradizione voleva che andassimo a San Gregorio Armeno a vedere i presepi ed alcuni addobbi e talvolta papà ed io ci trovavamo in quelle zone più di una volta sotto Natale perchè andavamo a mangiare un'ottima frittata di maccheroni.
Dopo essere tornati da San Gregorio, papà andava fuori al balcone dove avevamo un ripostiglio in c'era il nostro bellissimo albero e tutte le decorazioni, alcune erano diventate oggetti di antiquariato per quanto erano vecchie e infatti ogni anno le palline più antiche si dimezzavano.
Montavamo i tre pezzi che componevano l'albero e poi arrivava la parte più divertente, ovvero mettere le lucine! Noi avevamo un procedimento che faceva invidia ai migliori decoratori: ci mettevamo in fila con mio padre a capo ed io alla fine, tutti e tre con in mano il filo pieno di lucette e poi iniziavamo a girare attorno all'albero tutti e tre insieme finchè non avevamo fatto più giri e l'albero non era completamente illuminato. Ovviamente ci avremmo messo molto meno se questa operazione l'avesse fatta solo uno di noi, ma così era molto più divertente e finivamo sempre per farci delle sonore risate.
Poi arrivava il momento più stressante, perchè papà avrebbe messo tutte le palline ed ogni tipo di decorazioni fino a rempire ogni centimetro dell'albero, mentre mia madre - la precisa della famiglia - voleva una cosa sobra ed elegante con colori che si abbinassero tra di loro e senza troppi fronzoli. Naturalmente sceglievamo rigorosamente i colori natalizi di cui il rosso non poteva mai mancare... Alla fine dopo aver sistemato le palline più grandi alla base dell'albero e quelle più piccole sopra ed aver scelto accuratamente quali altre decorazioni mettere, passavamo alla decorazione di tutta la casa: delle ghirlande appese al muro in alcuni punti della casa, un adesivo all'angolo dello specchio del bagno, gli accessori da cucina versione natalizia ed il presepe nella mia stanza... Il presepe fatto da mio padre un anno, aveva passato un sacco di tempo a San Gregorio per vedere come si facevano e poi cercava di ripetere quello che aveva imparato... sembrava un'opera titanica, ma alla fine delle feste, dopo l'Epifania, finalmente riuscì a completarlo e per me era il presepe più bello che esistesse e che ho potuto godere dal Natale successivo in poi.
La sera dell'otto dicembre eravamo tutti e tre abbastanza distrutti, ma casa nostra era meglio delle vetrine della Rinascente di Milano.
E con questo ricordo felice, vi lascio al prossimo appuntamento dello #SpecialeNatale e vi ricordo che se avete qualcosa da raccontare, aneddoti, storie, tradizioni e quant'altro riguardo il Natale, potete scrivermelo usando l'hashtag #rennediNatale su Twitter o commentando qui sul blog o sulla mia pagina Facebook.

mercoledì 5 dicembre 2012

Freaks, non c'ho capito un cazzo... o forse sì?

Da che non scrivevo più post, adesso sono addirittura tornata a scriverne uno al giorno... Oggi mi allontano un attimo dalla rubrica sul Natale per parlare di altro.
Da Youtuber principiante, amante dei vlog e degli Youtubers - quelli veri! - e soprattutto da appassionata di telefilm, ancora di più quelli fantasy, non potevo non farmi prendere anche io dalla Freaks-mania... E come potrebbe essere altrimenti? Chiunque con un minimo di buon senso sa che Freaks The Series è sul serio un progetto interessante e non perchè ci siano i ragazzi che fanno video divertenti su Youtube, ma perchè hanno avuto un'idea geniale e praticamente dal niente sono riusciti a scrivere una trama intersecata e coinvolgente e sono anche riusciti a realizzare le loro idee, quindi hanno tutta la mia stima e per quanto mi riguarda meritano assolutamente tutto il successo che - giustamente! - stanno avendo.
Ecco, con il post di oggi mi ripropongo di fare qualcosa che tutti i fans di Freaks provano a fare da circa due anni a questa parte: capire Freaks The Series!
Infatti la trama tende un po' (giusto un po' eh) a non far capire bene che cosa stia succedendo e quindi anche noi, proprio come i Freaks, ci sentiamo un po' confusi e ogni puntata nuova le perplessità anzichè diminuire, aumentano.
Io però da malata, anzi proprio psicopatica, mi sono riguardata le varie puntate più volte per cercare di capirci qualcosa, grazie anche agli spin-off riportati sul libro. (Quindi farò molto spoiler, vi avverto!)
Con la prima serie ero quasi certa che tutto fosse colpa del potere del cazzo (in tutti i sensi) di Marco Diana che divertendosi a tornare indietro nel tempo aveva generato una serie di paradossi temporali in cui ognuno aveva una serie di propri doppi che giravano indisturbati in quella dimensione alternandosi tra di loro. Per questo l'uroboro (il serpente che si morde la coda) che a mio parere simboleggiava proprio il continuo ripetersi di questa storia senza fine, in particolare si notava lo strano legame tra Giulia e Gabriele, entrambi più marginali nella storia, ma in qualche modo legati l'uno all'altra.
L'ultima puntata si conclude con i Freaks che si ritrovano di nuovo allo stesso momento a fare le stesse cose prima che succedesse il black out, ma questa volta tutti hanno il ricordo di quello che è successo ed è così che si apre anche la prima puntata della seconda serie.
Quindi l'unica cosa sul serio chiara fin'ora è che tutti i Freaks sono legati tra di loro in quanto sono tutti dei disadattati: Marco non riesce ad approcciare con le ragazze; Silvio si trova in una bolla di cristallo creata dalla madre troppo protettiva e probabilmente ha un tumore al cervello o qualcosa del genere (visti i mal di testa e le lastre che ogni tanto fa vedere che, per un po' grazie al suo potere, sembrano tornare normali); Andrea è andato via di casa lasciando un fratellino più piccolo e trova nella sregolatezza la fuga dai suoi problemi; Viola è una ragazza resa insicura dalla vita, soprattutto dai problemi con il padre ed è andata a cercare la protezione di un ragazzo che incarna molto più la figura paterna che quella del fidanzato; Gabriele ha una situazione difficile in famiglia, il padre è violento e spesso picchia la mamma, lei cerca di proteggerlo raccontandogli delle storie che riescono a farlo addormentare senza pensare ad uno strano uomo senza faccia, poi la mamma muore, finisce dai nonni che non lo vogliono e poi viene adottato da un amico di sua madre; Giulia ha una vita abbastanza tranquilla, ma i bimbi a scuola la considerano strana e il fratello la prende in giro, ma in un'occasione gli salva la vita...
Gabriele da personaggio marginale diventa invece nella seconda stagione il vero perno della storia. Continua ad incarnare un moderno "Dr. Jekyll e Mr. Hyde" perchè una volta lo si ritrova mentre suona amabilmente seminudo al pianoforte e poi gli compaiono misteriosamente delle ferite di dubbia provenienza.
Leggendo anche gli spin-off del libro si capisce che Gabriele è da sempre stato capace di realizzare tutto ciò che immagina fino a poter addirittura viaggiare in altre dimensioni. È questo quello che succede quando i nonni felici di liberarsi di lui, lo affidano a un tale che dichiara di essere amico di sua madre, il Signor L., che si presenta a Gabriele come amico che può capirlo e quando si rende conto della potenza dei suoi poteri, gli chiede di portarlo in un'altra dimensione, qui è tutto molto inquietante e reale, ma diventa ancora peggio quando i due vengono inseguiti da un tipo senza faccia, ovverò il cosìdetto Jimmy-Senza-Faccia che quasi li uccide.
In una delle puntate della seconda serie, Gabriele si ritrova per chissà quale arcano motivo in un bosco ad inseguire Cappuccetto Rosso. Ecco, devo ammettere che quando ho visto quella scena ho pensato sul serio che Guglielmo Scilla mentre scriveva la sceneggiatura si era fumato qualcosa di pesante. Poi ho iniziato a ragionarci su... Volendo fare un po' la filosofica, mi è venuto in mente che il bosco è quasi sempre metafora di smarrimento e confusione, quindi potrebbe rappresentare il subconscio di Gabriele; Jimmy-Senza-Faccia dal quale lui scappa anche da bambino, potrebbe rappresentare il suo passato, in particolare il padre violento e Cappuccetto Rosso potrebbe rappresentare o la mamma di Gabriele o Giulia che lui inconsciamente continua a seguire.
E per quanto riguarda il Signor L., lui potrebbe essere il riccioluto signore in camice bianco della VEX (l'associazione che vuole uccidere i Freaks e che tiene imprigionata Giulia). Perchè fa tutto questo? Perchè probabilmente si rende conto che il potere dei sei personaggi potrà degenerare e diventare pericoloso (basti pensare a quello che già fa Giulia, o Silvio quando non controlla il suo potere o Andrea che controlla letteralmente la mente delle persone), forse perchè quello che negli spin-off sembra un viaggio in un universo parallelo, in realtà è già successo in un'altra dimensione e lui vuole impedire che accada ancora. Vi è quindi un accavallamento di dimensioni in cui Giulia - la testa del serpente (nella sesta puntata infatti si vede Giulia intrappolata nella sede della VEX con gli occhi che diventano gialli con una strisca nera al centro al posto della pupilla) - continuerà a cercare Gabriele - la coda del serpente - e a morderlo, in un eterno ripetersi... L'uroboro.
Ma secondo me la chiave di lettura vera e propria di Freaks The Series va ricercata nella frase - apparentemente sconnessa, ma io sono sicura che sia un messaggio subliminale - di Silvio ubriaco in un pub insieme a Marco, mentre guarda la sorella di quest'ultimo.
"È UN SOGNO!"


Vi ricordo che in questi giorni pubblicherò altri #SpecialeNatale, se avete delle storie, delle tradizioni, degli aneddoti sul Natale, scrivetemeli usando su Twitter l'hashtag #rennediNatale, oppure commentando sotto lo stato sulla mia pagina Facebook.
Per quanto riguarda le vostre teorie su Freaks, mi farebbe piacere leggere i vostri commenti e le vostre teorie.
 

martedì 4 dicembre 2012

#SpecialeNatale 1 - Le ricette.

Come avevo annunciato nel post precedente, ho deciso di far partire una breve rubrica di circa quattro/cinque capitoli sul Natale, partendo da oggi. Giorno che mi sembra appropriato per iniziare una rubrica sul Natale, perché oggi è Santa Barbara e come si dice dalle mie parti, come Barbarea così Natalea... Insomma si sente che il proverbio non è proprio nordico, ma come tutti i proverbi della tradizione, ha un fondo di verità, infatti chissà per quale strano motivo, quasi sempre le condizioni atmosferiche nel giorno di Santa Barbara sono le stesse che poi si ripropongono il giorno di Natale!
E non potevo non iniziare questa rubrica se non con le ricette tipiche di Natale... (Scusate l'accavallamento dei non).
Prima di parlare appunto dei cibi che fanno il Natale, volevo ricordare che questa è una rubrica "interattiva", cioè se voi avete delle cose da dire riguardanti il Natale (qualsiasi cosa, del tipo quali sono le tradizioni della vostra città o le vostre tradizioni private; gli aneddoti; le storie che vi raccontavano da bambini sul Natale e chi più ne ha più ne metta) potete scriverle su Twitter usando l'hashtag #rennediNatale, oppure commentando sotto l'apposito stato della mia pagina Facebook (curlyaitch) dove potete dilungarvi un po' di più rispetto ai 140 caratteri di Twitter... Insomma, qualsiasi cosa abbiate voi da dire sul Natale, scrivetemela ed io sarò contenta di leggerle tutte e di riportarle nei vari appuntamenti della rubrica di Natale.
È risaputo che il periodo natalizio è il peggior nemico della dieta... perchè si tende a mangiare un po' di più del normale, facendo in molti casi un vero e proprio abuso soprattutto di dolci. Girando sul web mi sono resa conto che c'è una vera e propria polifonia di ricette tipiche, differenti non solo di paese in paese, ma anche, nel caso dell'Italia, di regione in regione, per cui elencherò qui quelle che mi hanno colpita di più...
Ultimamente su Twitter mi sono imbattuta in un tweet che ha attirato molto la mia attenzione: una dei miei followers a fine novembre aveva scritto qualcosa del tipo "Albero di Natale finito". Vi chiederete che cosa c'entra questa frase con le ricette natalizie... ebbene, twittando un po' con lei, mi ha spiegato che nella città dove vive lei in Puglia è tradizione fare l'albero e il presepe non l'otto dicembre come avviene in molti casi, bensì il 21 novembre, giorno della Bambinella e che subito dopo aver addobbato casa, è tradizione mangiare le focaccine fritte.
Invece il giorno di San Biagio, c'è una tradizione che mi fa molto sorridere, ovvero quella di mangiare un pezzetto di panettone - dolce tipico milanese - per prevenire il mal di gola. Tradizione che la famiglia di mio padre, essendo in parte milanese, ha portato qui a Napoli e che talvolta si ripeteva anche a casa mia, credo soprattutto perchè io ho da sempre sofferto di forti mal di gola, ma anche dopo aver mangiato il panettone a San Biagio, le mie tonsille continuavano a far male comunque.
Per quanto mi riguarda il cibo di Natale a me non fa alcun effetto, perchè non mi piace quasi niente di quello che c'è sulle nostre tavole: non mangio pesce e cerco di ridurre al minimo il mio consumo di carne e soprattutto alcuni tipi di carne non li posso nemmeno sentir nominare che mi sento male; non corro particolarmente dietro ai dolci, probabilmente in tutto me ne piacciono cinque e comunque tra questi non rientrano i dolci di Natale della cucina napoletana...
Per quanto riguarda gli struffoli però mi piace prepararli, ha un nonsoche di terapeutico e l'odore mi ricorda molto la mia infanzia, quando il pomeriggio della Vigilia di Natale mia madre ne preparava una quantità industriale mentre io ero seduta sulla poltrona nella penombra del salone illuminato solo dalle luci dell'albero a guardare i film di Natale.
Essendo invece particolarmente in sintonia con la cultura anglosassone, trovo particolarmente vicino ai miei gusti il cibo natalizio inglese-americano: anche se non mi piace il tacchino, soprattutto come lo fanno loro con il miele, lo riesco a mangiare molto più di alcuni piatti che ogni anno mi sforzo di mangiare, ma soprattutto impazzisco per i brownies che sono di sicuro il mio dolce preferito in assoluto e per l'Eggnog, una bevanda zuccherina che mio padre mi ha sempre portato dalla base americana perchè, che io sappia, non si trova in Italia e che però è sempre stata presente nei miei Natali: la bevanda originale è fatta da uova, latte, zucchero e dei liquori, infatti è molto alcolica e la si beve per riscaldarsi dal freddo, ma esiste anche una versione per bambini, che è quella che io ho sempre bevuto e che trovo decisamente deliziosa, anche se bisogna berne in piccole dosi perchè troppa poi può disgustare.
Insomma, questi sono solo alcuni piatti tipici che si usa mangiare in giro per l'Italia e non; per quanto mi riguarda il pranzo perfetto di Natale è composto da antipastini all'Italiana, tortellini alla bolognese, carne arrostita con un contorno leggero e i brownies...
E per voiù? Cosa vorreste mangiare a Natale, quali sono le tradizioni culinarie della vostra città? Fatemelo sapere in un commento qui sotto oppure usate l'hashtag #rennediNatale su Twitter scrivendomi le vostre storie, le vostre tradizioni, gli aneddoti e tutto quello che riguarda il vostro Natale.

domenica 2 dicembre 2012

Perseveranza.

Quando il 14 marzo ho aperto questo blog, mi ero ripromessa che avrei scritto almeno una volta a settimana... Doveva essere il mio spazio per dire la mia prima che mi decidessi a fare video su Youtube in cui dico una serie di cazzate, mentre questa era la piccola finestra per dire anche qualcosa di più sensato e qualche volta ci sono anche riuscita... Poi ultimamente la mia promessa d'amore per questo blog è un po' vacillata e il numero di post è passato da almeno un paio a settimana a circa uno al mese, senza considerare gli appunti di produzione dei miei vlog su Youtube
Per un po' avevo deciso di accantonare il blog dato che mi stavo dedicando ad altre attività: sto provando a finire una storia scritta da me (e questo sarebbe già un grande traguardo dato che sono famosa per lasciare incomplete tutte le storie che scrivo) e poi soprattutto mi sto dedicando di più al mio canale Youtube, curlyaitch, che sta per raggiungere le 1000 visualizzazioni, che sono poche, ma per me è già un piccolo traguardo perché mi sono buttata in questa "attività" un po' a caso, senza saperlo fare sul serio e invece sono riuscita comunque ad arrivare a qualcuno... Quindi ho creato una pagina su Facebook in cui sono pronta a rispondere alle domande sui miei video o su qualsiasi altra cosa (semmai ce ne saranno), una sorta di piccola finestra virtuale in cui parlo con il popolo del web in modo più diretto. E sto cercando di investire un po' in questi video, quindi penso di farmi un regalo utile a Natale e convertirmi finalmente al Mac, iniziando così ad usare un programma di montaggio molto superiore...
Così cercherò di essere un po' più presente sul blog nei prossimi giorni, ho in mente una piccola rubrica dedicata al Natale che si concluderà probabilmente con il mio quarto video su Youtube.
Nel frattempo ritorno con un nuovo post che ho deciso di intitolare perseveranza...
Sin da piccola mi hanno sempre detto che se avevo un obbiettivo, qualsiasi esso fosse, dovevo lottare per averlo e non arrendermi mai. È una frase che mio padre mi ripete continuamente, facendomi sempre lo stesso esempio, quello di una persona a noi particolarmente vicina che è partita dal cortile di Bagnoli, un quartiere di Napoli un tempo famoso come bellissima zona balneare, ma da un secolo a questa parte rovinato dall'inquinamento dell'Italsider, un quartiere in cui il rumore delle sirene degli altoforni scandiva il ritmo della giornata e il bagno a mare non lo si poteva fare perché la sabbia era impregnata di catrame... Insomma, probabilmente un posto senza speranze. Ma lui aveva un sogno, quello di fare il cantautore, di scrivere canzonette che però qualcosa di giusto la dicevano e ci ha provato, è andato a Milano dove c'erano le grandi case discografiche e si è messo in gioco facendo sentire le sue canzoni, ricevendo continue porte in faccia perché dicevano che non era adatto, che la sua voce non era radiofonica... E poi è diventato il numero uno in Italia, il primo a cantare negli stadi, un pilastro della musica italiana...
Ho sempre portato questa storia come esempio su cui basarmi, anche se in effetti la determinazione spesso non è stata il mio forte... non lo è stata quando sei anni fa feci l'esame in Conservatorio e per un posto non entrai, non ci riprovai nemmeno alle selezioni successive, mi limitai semplicemente a prendere il violino, chiuderlo nella sua custodia e lasciarlo in un angolo della mia camera oppure quando l'esperienza da animatrice che avevo sognato per tre anni, si era invece dimostrata un incubo e sono dovuta scappare da quel villaggio, senza riprovarci... Infatti credevo che avrei fatto lo stesso anche in questo caso, se adesso penso che l'ho voluto così intensamente per quasi un anno e mezzo non mi sembra vero... Eppure è così.
Quando il 5 settembre 2011 ero andata all'Alma Mater Studiorum di Bologna per iscrivermi al DAMS, non immaginavo che questo sogno sarebbe stato così difficile, che ci sarebbero stati troppi studenti in più rispetto alle camere in affitto e che io sembravo non essere mai adatta come coinquilina...
Così sono tornata a Bologna per l'ennesima volta carica di speranze, ma anche pronta a ricevere altre delusioni... Sotto la pioggia e il freddo della capitale emiliana le delusioni non hanno tardato ad arrivare perché su quattro appuntamenti che avevo fissato, due avevano disdetto e un altro si era rivelato un flop totale. Poi c'è stato l'ultimo, sembrava troppo perfetto e non ci speravo per niente e quando mi è arrivato quel messaggio in treno, l'ho dovuto rileggere almeno tre volte prima di rendermi conto che non stessi sognando.
E quindi eccomi qui, all'inizio di dicembre e ad un mese dal mio trasferimento a Bologna dove inizierà finalmente la mia vita da studentessa fuori sede, con tutte le difficoltà, le bellezze, il dolore della lontananza e la gioia di fare quello che voglio...
E non è l'unica cosa che ha iniziato finalmente ad andare bene, dopo un lungo - un po' troppo - periodo buio... Insomma, quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà, Liga sembra essere sempre molto puntuale con le sue canzoni, appropriate per ogni momento.
Per cui con questo dicembre che è iniziato meravigliosamente, volevo ritornare anche a scrivere sul mio blog cercando di tornare il più presente possibile, perché se è vero che lo studio non è tutto, voglio continuare a dedicarmi alla mia web-career nella quale credo molto. Quindi post e vlog a non finire, questa è una promessa... o una minaccia.
Ormai l'inverno si avvicina con le luci del Natale, il freddo e i vestiti pesanti, le foglie d'autunno sono cadute e con loro si sono portate dietro le perplessità e il mio periodo no...
Quindi, buon dicembre a tutti e se volete sul serio qualcosa, lottate per averla!