Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

domenica 12 febbraio 2017

Sessantasettesima edizione del Festival di Sanremo

Al suo terzo Festival di Sanremo, c'è da dire che la direzione artistica e la conduzione di Carlo Conti hanno fruttato - finalmente - quello che a mio dire è stato il Festival migliore degli ultimi anni. Senza sé e senza ma.
Un Festival di Sanremo di record - stavolta meritatissimi! - che è iniziato con varie critiche. Prima fra tutte la presenza della cosiddetta Queen Mary - secondo me non indispensabile, ma di sicuro per l'audience sì; poi per la scelta di alcuni cantanti in gara, tra cui gli scongelati per Sanremo, i soliti Talent, i "ma chi cazzo è?" dei meno informati e i troppo esposti a Sanremo negli ultimi anni; per poi finire con le critiche alla Giuria degli Esperti in cui figurava la presenza della Youtuber Greta Menchi.
Non so dire quanto queste critiche siano state appropriate o meno, ma alle due passate di notte, mentre va in onda il Dopo Festival ed io sono adrenalinica come se avessi lavorato a Sanremo durante questa magica e complicata settimana (magari!), sono certa di una cosa: questo sì che è stato un gran bel Festival (anche se a me non ha portato molta fortuna).
È iniziato un po' lento, le canzoni non sono arrivate immediatamente e, inizialmente, la presenza di due cantanti in più rispetto ai venti degli ultimi anni, sembrava ingiustificata. Ma la verità è che quest'anno c'è stata una stragrande maggioranza di canzoni molto valide, ad eccezione di pochissime che proprio non si potevano ascoltare (vuoi per il testo, per la musica o per l'interprete). E già questo è un grande risultato per gli standard di Sanremo dove, al massimo, piacciono solo poche canzoni che quasi mai riescono a mettere d'accordo il vastissimo pubblico della kermesse sanremese.
Quest'anno invece le opinioni lette sui Social mi sono sembrate, stranamente, più o meno concordanti.
Bella la regia di Pagnussat, bella la scenografia, molto più che soddisfacenti gli ospiti musicali, un po' meno gli altri, ad eccezione di Luca & Paolo, Maurizio Crozza, Virginia Raffaele e Geppi Cucciari. Insomma, una sessantasettesima edizione memorabile.
In questi giorni ho letto svariate "pagelle" ed ora, a Festival terminato, volevo fare le mie, sul mio blog.
Nesli-Alice Paba (Do Retta A Te) e Raige-Giulia Luzi (Togliamoci La Voglia): unisco insieme le due coppie di questo Sanremo per il semplice motivo che sono stati i primi eliminati, ovvero i "due in più di cui si poteva fare a meno" a detta di praticamente chiunque. In realtà i duetti di questo genere non funzionano più dalla celebre Non Amarmi di Aleandro Baldi e Francesca Alotta e comunque nessuna delle due canzoni, secondo me, era bella come quest'ultima. S-coppiati questi artisti possono funzionare molto meglio.
Giusy Ferreri (Fa Talmente Male): la leggenda narra che fa talmente male sia la frase più ripetuta da me quando mi dicono che somiglio alla Ferreri (si scherza eh!). Non convince chi avrebbe dovuto votarla, noi altri siamo ancora legati a lei per il tormentone di Roma-Bangkok.
Ron (L'Ottava Meraviglia): io ancora mi chiedo perché Ron sia stato eliminato. Sono sinceramente perplessa al riguardo. Cioè, è vero che Ron ha scritto e cantato canzoni che sono dei pilastri immensi della musica italiana, ma a me questa non dispiaceva e la frase "saranno le stelle a inseguire i nostri momenti" è di una poesia sublime.
Al Bano (Di Rose E Di Spine): complimenti a questo giovane pugliese che quest'anno ha esordito sul palco dell'Ariston portando un pezzo fresco, giovanile e radiofonico. Beh, c'è da dire che dopo quindici volte che fai Sanremo, forse puoi anche iniziare a non interessare più, eh. Però il riconoscimento all'arrangiamento della canzone c'era, quindi il risultato è molto più alto del previsto.
Gigi D'Alessio (La Prima Stella): una parte di Napoli (e inspiegabilmente del mondo intero) amerà sempre Gigggi; la canzone non è nemmeno malissimo, ma forse avendo perso da poco una persona molto importante per mia madre, l'ho sentito più vicino del solito. A favore di Gigi dico che se lui avesse suonato il piano, forse avrebbe avuto un sapore differente, perché è innegabile che lui sia davvero un grande musicista.
Clementino (Ragazzi Fuori): l'altra parte di Napoli, di cui faccio parte anche io, invece tifava Clementino, già solo perché il pezzo dell'anno scorso era davvero bello; "contro" di lui c'è il fatto che è il secondo anno consecutivo a Sanremo e che la sua musica non viene capita fino in fondo in questo contesto, purtroppo (per questo sono stata fraintesa fortemente, pertanto volevo dire che a me Clementino piace e il suo sedicesimo posto mi ha davvero fatto urlare allo scandalo e questa non è un'inutile sviolinata, ma la verità).
Alessio Bernabei (Nel Mezzo Di Un Applauso): anche lui, un filino troppo esposto al Festival. La cover di Un Giorno Credi di Edoardo Bennato non gli è stata di aiuto come è successo ad altri artisti e forse non faceva proprio per lui.
Chiara (Nessun Posto È Casa Mia): Chiara ha una voce per cui io potrei vendere tranquillamente l'anima; non solo canta, ma lei sente quando canta e lo fa sempre benissimo. È una vergogna che si sia posizionata così in basso nella classifica perché la voce c'era, l'interpretazione anche e persino una bella canzone, forse un po' lenta, ma bella.
Marco Masini (Spostato Di Un Secondo): con il look un po' Hipster e questa canzone si può dire che Masini ha fatto molto di meglio, ma tutto sommato ha giocato un buon Sanremo quest'anno. D'altronde da lui non ci si può aspettare mai una delusione, quindi va bene così. Il suo l'ha fatto comunque.
Lodovica Comello (Il Cielo Non Mi Basta): lei è molto brava, è anche molto carina; non guasta nemmeno che abbia un numero esorbitante di followers e visualizzazioni. Ma c'è da dire che la sua voce, la sua espressività e la sua presenza scenica sarebbero perfette per i musical, un po' meno per il palco classico ed un po' ingessato dell'Ariston.
Michele Zarrillo (Mani Nelle Mani): lui è il classico cantante che al Festival di Sanremo ci sta proprio bene, quello è il suo habitat naturale e le canzoni sono perfette per questa kermesse. Che poi quest'anno somigli ad una persona importante per mia madre, per quanto mi riguarda l'ha fatto vincere in un modo che va oltre la musica. La sua cover di Se Tu Non Torni di Bosè è stata delicatissima e bella.
Samuel (Vedrai): senza i Subsonica sembrava un po' spaesato, ma con la cover e le ultime due puntate si è ripreso alla grande ed ha dimostrato di avere un gran bel pezzo - anch'esso poco affine agli standard sanremesi, ecco il perché dell'immeritata decima posizione - e di essere perfettamente a suo agio anche su un palco come quello impegnativo dell'Ariston, come se si trovasse ad un suo concerto.
Bianca Atzei (Ora Esisti Solo Tu): la canzone è in linea con RTL 102.5 e probabilmente è già in heavy rotation su questa radio, ma anche lei un po' troppo esposta al Festival ed il suo fanclub ancora non è delineato. C'è da dire, però, che con l'ultimo ascolto di oggi, persino io ho canticchiato il suo brano, quindi, almeno dal punto di vista radiofonico, la Atzei ha segnato almeno un punto a suo favore.
Elodie (Tutta Colpa Mia): una delle rivelazioni di questo Festival. Bella voce - un po' tendente ad Emma Marrone -, bella presenza scenica, testo che se fossi stata nella fase di depressione dopo una delle mie storie finite male, avrei ascoltato a ripetizione. Anche la sua canzone, dopo pochissimi ascolti, mi è entrata in testa e questo significa che la risentiremo spesso in radio e mi fa piacere.
Fabrizio Moro (Portami Via): su di lui erano concentrate moltissime aspettative. Moro non delude, ma anche lui ha fatto di meglio in passato, tuttavia il settimo posto direi che ci sta, tanto lui ha un pubblico molto forte e Sanremo non gli cambia troppo la situazione.
Sergio Sylvestre (Con Te): sabotato in qualsiasi modo possibile, un po' crescente nell'esibizione di stasera, resta il fatto che lui abbia una gran voce ed uno stile fuori dal comunque che purtroppo va fuori dalle sonorità tipiche italiane e sanremesi. Però arriva ad una posizione alta e sinceramente, va benissimo così.
Paola Turci (Fatti Bella Per Te): per quanto mi riguarda, le due regine indiscusse sono state lei e Fiorella Mannoia. Lei ha quest'anima Rock, questa sensualità e questa grinta che, unite a delle ottime esibizioni - di cui la cover è stata meravigliosa - ed una grande presenza scenica, le hanno fatto guadagnare un meritatissimo quinto posto, ma anche un'enorme stima da parte del pubblico che finalmente si è reso definitivamente conto di quanto questa artista meriti.
Michele Bravi (Il Diario Degli Errori): piccolino ma molto bravo. Un'altra rivelazione, con una bella canzone cantabile e radiofonica che ha un bel testo (nel quale mi sono rispecchiata proprio durante i giorni del Festival). Che la sua sia tra le canzoni più scaricate su iTunes e tra le più ascoltate su Spotify, fa capire quanto forte sia questo giovane artista.
Ermal Meta (Vietato Morire): ha esordito tra le Nuove Proposte l'anno scorso anche se il suo nome era già famoso per alcune bellissime canzoni scritte per altri cantanti. Ermal è un'artista con la A maiuscola, sa cosa significa cantare (e lo fa sul serio) e ne è una dimostrazione un'intervista lasciata a Radio Due subito dopo la fortunatissima e magistrale esibizione delle cover di Amara Terra Mia di Modugno, quando ha detto che gran parte della canzone va cantata a mezzo fiato. Lui ha studiato, è bravo ed è uno di quei cantanti che vorrei fossero più presenti nel panorama musicale italiano e, dopo questo enorme e meritato successo Sanremese, si spera che sarò accontentata.
Fiorella Mannoia (Che Sia Benedetta): Fiorella fa parte dell'Olimpo, e in questo Festival si è dimostrata un'artista a sé stante, quasi lontana dal resto della gara e meritava il primo posto. La sua è stata tra le canzoni più premiate e a giusta ragione; la Mannoia in ogni sua esibizione in queste sere ha dimostrato, non solo di essere una cantante immensa, ma di reggere il palco come solo una donna con la sua carriera può fare, con un'eleganza che ha steso tutti gli altri cantanti in gara. La vincitrice reale è lei, per quanto mi riguarda. Ogni sua esibizione - quella iconica di stasera ancora in particolare - mi ha fatto venire i brividi. Qui non si parla nemmeno più di una cantante, Fiorella è una Dea.
Francesco Gabbani (Occidentali's Karma): vince la canzone più radiofonica, innovativa e sagace. Se Gabbani l'anno scorso è stato una rivelazione vincendo tra le Nuove Proposte e dimostrandosi capace di fare una canzone passata moltissimo in radio, quest'anno si conferma un grandissimo artista, fresco, nuovo ed irriverente. La sua canzone è già un tormentone, in testa alle classifiche durante questa settimana e, con ogni probabilità, può diventare il brano più suonato dalle radio e restare un grande tormentone fino all'estate. Per di più Francesco rappresenterà l'Italia all'Eurovision e sento di dire che per quel genere di manifestazione, potrebbe essere addirittura uno dei nostri migliori rappresentanti.

E si conclude così il mio #Sanremo2017, con qualche rimpianto, con la solita nostalgia che mi viene sempre dopo la fine del Festival e la speranza che l'anno prossimo io possa tornare lì non per un giorno, ma per lavorare tra gli "addetti ai lavori della musica" sperando che, come un'Araba Fenice, rinasca dalle mie ceneri e faccia tesoro del mio diario degli errori, facendo di questi un modo per imparare, crescere e migliorarmi sempre di più.
E ora, alle 3.30 del mattino, con un gran mal di testa e gli occhi che lacrimano nonostante gli occhiali, vado finalmente a dormire.
Namastè, Alè!