Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

venerdì 26 giugno 2015

#LoveWins

Oggi, 26 Giugno 2015, diventerà una data importantissima nella storia contemporanea. Anzi, in realtà lo è già.
Oggi la Corte Suprema negli Stati Uniti d'America ha stabilito che le varie leggi statali contrarie ai matrimoni omosessuali sono incostituzionali, pertanto i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono legali in tutti i cinquanta Stati. Portando così a circa sessantaquattro il numero degli Stati nel mondo in cui le nozze gay sono legali, ma soprattutto rendendo appena un po' più civile questo mondo che, proprio al culmine della sua civiltà tecnologia, diventa ormai sempre più incivile sotto tutti gli altri punti di vista.
Questo non significa che l'America sia diventata - o ritornata ad essere -  il paese delle meraviglie e lungi da me idolatrarla eccessivamente. L'America (e per America intendo il territorio vastissimo che ricopre gran parte del continente settentrionale in cui si distendono gli Stati Uniti) ha ancora numerose contraddizioni abbastanza schifose che andrebbero cambiate; certo, gli americani sono uniti ed estremamente patriottici, chiunque in casa ha la Bandiera e sebbene ci siano svariate differenze tra i vari Stati, ci sono delle tradizioni di base uguali per tutti, questo perché gli americani non sono un popolo vero e proprio, sono un agglomerato di altri popoli - soprattutto europei - che hanno sterminato le popolazioni precedenti ed hanno dovuto necessariamente trovare una nuova identità. Nel corso dell'ultimo secolo l'Europa si è "americanizzata" sotto tanti punti di vista, ma se anziché importare i fast-food, avesse preso più alla lettera il concetto di "Stati uniti", oggi quella che ci ostiniamo a chiamare "Unione Europea" cercherebbe di essere davvero unita e non solo grazie a una moneta, anzi, quello dovrebbe essere quasi l'ultimo dei problemi. Ma gli europei tanto diversi che si sono unificati una volta diventati americani, continuano invece a restare caparbiamente diversi nel Vecchio Continente.
Ma l'America non è solo il Paese del Rock 'n' Roll, dei blue-jeans, di Hollywood e quant'altro (giusto per citarne qualcuna), è anche il posto in cui se il tuo reddito è troppo basso per ricoprire le spese mediche, tu non puoi essere curato in un ospedale; è il luogo in cui Stati la cui maggioranza della popolazione è di colore, hanno paradossalmente una maggioranza di caucasici nelle forze dell'ordine, pertanto il razzismo è tuttora uno dei problemi principali e solo di recente ha visto numerose vittime innocenti; è il Paese che si fa carico di risolvere il problema delle guerre facendo "spedizioni di pace" che prevedono bombardamenti su civili senza colpa.
E potrei andare avanti così per molto tempo.
Tuttavia, in seguito alla legge odierna che è già storia, l'America sicuramente ha dimostrato di essere ancora una volta avanti e molto più aperta rispetto ad altri paesi, che ancora festeggiano la giornata della famiglia tradizionale. A soli otto giorni dalla ricorrenza dell'Independence Day, oggi gli americani sono un po' più liberi.
Con la legge che stabilisce che chiunque ha il diritto di sposare la persona amata, qualsiasi essa sia, in qualsiasi luogo desideri, entrata ufficialmente in vigore oggi, l'America dovrebbe iniziare a considerare di eliminare quel cazzo (scusate il francesismo) di Secondo Emendamento e allora il "sogno" di cui parlava Martin Luther King potrebbe davvero realizzarsi.



domenica 21 giugno 2015

Sono una tipa molto strana...

«Sono una tipa molto strana. 
Ci sono giorni che voglio disperatamente un abbraccio ed altri che se mi tocchi, ti uccido.
Sono cresciuta con la diffidenza stampata nel cuore, ma poi mi aggrappo a chiunque mi dia un briciolo d'amore. Sono malata di incompletezze ed illusioni. Ho degli sbalzi d'umore assurdi. Ogni volta che cerco di allontanare qualcuno sono terrorizzata all'idea di riuscirci davvero. Ho migliaia di difetti cuciti addosso. Ho l'estate nel sorriso e l'invero negli occhi.»



[Non so di chi sia questa frase, l'ho semplicemente letta in qualche blog di qualche ragazzina disincantata che, come me, l'ha precocemente preso a quel servizio dalla vita. O magari finge molto bene e, questo, glielo auguro (semplicemente perché stare a novanta dopo un po' non è poi così piacevole, per non parlare del mal di schiena e di tutto il resto). Però mi sembrava una frase molto puntuale, pertinente. Sembra quasi uno specchio in cui rivedo perfettamente il riflesso del mio terribile caratteraccio, in tutto il suo "splendore", con tutte le sue ossimoriche contraddizioni che mi rendono insopportabile persino a me stessa nella mia costante permalosità, impulsività e testardaggine.]

giovedì 11 giugno 2015

Strega Cattiva.

L'Uomo Nero, i Mostri, la Strega Cattiva... Quelle figure inesistenti che tormentano l'infanzia di ogni bambino, nella sua irrazionale paura del buio perché il buio è quel posto in cui tutto può nascondersi, tutto può succedere.
L'Uomo Nero può celarsi in chiunque, nel compagno di classe sadico, nel sorriso falso di qualcuno che ti illude promettendoti la più bella delle case e poi lascia che tu vada all'Inferno, nei genitori che ti chiedono di scegliere...
Poi si cresce e si smette di vedere la Strega Cattiva in chiunque, si diventa abbastanza forti per ridere a quell'osservazione tagliente sul tuo corpo o di quel sei meno meno in Inglese che sarebbe rimasto tale sul registro perché tanto nulla avrebbe potuto cambiare l'idea di te che si era fatta quell'insegnante. I Mostri si celano dovunque, bisogna solo imparare a conviverci e possibilmente ad ignorarli, come una macchia di umidità nell'angolo più remoto della stanza.
E allora impari anche ad amare il buio, a preferirlo addirittura, perché sei diventata più brava di tutti a nasconderti nel buio, a renderlo tuo complice, il custode delle tue lacrime silenziose e il compagno di giochi con cui affronti meglio l'insonnia.
Al buio si acuiscono i sensi, la musica è più bella e la sua assenza è ancora più terribile; si riesce persino a pensare meglio e a conoscere l'Uomo Nero, studiarne le debolezze e le paure.
E allora il buio non è più fonte di paura, ma il tuo migliore amico.
Ancora adesso però ci si scopre, di tanto in tanto, a scappare via dai Mostri, a cercare di mettere molta distanza tra loro e te fino a voltarti e vedere solo un'ombra lontana, un'ombra familiare però. Forse non sapresti dire dove l'hai già vista, ma è inutile fingere che sia la prima volta che la noti sottocchio, perché la riconosci. Un po' come il ricordo sbiadito di un sogno, come quello in cui ti ritrovi a portare per mano te stessa da piccola e a detestare la sua felicità mentre insieme avanzate verso un vecchio lunapark abbandonato che un tempo era un posto dove ti divertivi, ma ora assomiglia più allo scenario di un film Horror.
E cosa succede allora quando ti rendi conto che la Strega Cattiva sei tu?
Che per quanto tu possa scappare, spostarti da un posto all'altro e cambiare continuamente, non potrai mai scappare da te stessa? Perché quell'ombra familiare che ti segue ogni volta che scappi via non è altro che la tua ombra e non può fare a meno di seguirti in qualsiasi tuo spostamento.
Allora non puoi semplicemente ignorare la Strega Cattiva né escogitare un'altra delle tue fughe, perché la Strega Cattiva sei tu e non puoi fare altro che affrontarla. Affrontarti.

venerdì 5 giugno 2015

Silenzio.

Mi sento come se qualcuno improvvisamente avesse spento tutta la musica, per di più proprio mentre stavo ascoltando la strofa più bella della mia canzone preferita.
E ora è silenzio.
Non è un silenzio calmo, rilassante, è un silenzio che urla forte e ed è assordante e fa male, come lo stridere del gesso sulla lavagna, solo moltiplicato per cento. Mille.
Le notti scorrono tra il desiderio di dormire e far tacere il silenzio e l'insonnia che invece lo fa sembrare ancora più forte, che ti sveglia all'improvviso nella notte, mentre un dolore ti prende al petto come se avessi ricevuto una martellata proprio lì, in corrispondenza del cuore, la gola si chiude ed altre lacrime tornano a scottare il tuo viso. Così, notte dopo notte, anche quando sei troppo stremata e continui a dormire, il dolore è sempre lì e anche il silenzio.
E non importa quante volte provi a contrastarlo cercando di far ripartire la musica, non riesci più ad ascoltarla, ti arriva distorta, come se gli amplificatori fossero rotti e quel suono ti infastidisce e allora la spegni perché quasi quasi è meglio il silenzio. Perché la musica ti fa ancora più male, perché anche se non ha nessun riferimento, comunque ti evoca alla memoria ricordi che devi assolutamente controllare perché rischiano di spezzare quel minimo di autocontrollo che il robot che ha preso il tuo posto è riuscito ad importi. E allora anche il rumore del mare che si infrange sulla riva fa risuonare nella tua mente quella voce, un po' come la madeleine per Proust, la tua memoria involontaria si attiva così e ti trascina nel baratro, dove un paio di occhi acquamarina ripetuti all'infinito come in un gioco di specchi, ti fissano, distanti.
E io vorrei solo essere capace di mettere play ancora e far partire la musica, perché sono una musicofila, una musicologa ed una musicista e come potrei vivere senza musica?