E nel frattempo in questi lunghissimi e velocissimi sei mesi ho trovato il coraggio. In tutte le sue sfaccettature, diverse per ogni persona la cui vita per un motivo o per un altro si è incrociata alla mia in questo mezzo anno e ciascuna di loro mi ha mostrato ogni aspetto del coraggio ed è riuscita a farmi essere un po' più coraggiosa di sei mesi fa, forse.
Ho trovato il coraggio di ammettere di aver sbagliato, ma di non aver commesso un errore così grave da non poter rimediare e migliorare la prossima volta; il coraggio di affermare senza vergogna che il disco da solista di Harry Styles è proprio bello e che, purtroppo, il nuovo singolo di Taylor Swift è un po' deludente; il coraggio di trasferirsi a Cambridge a lavorare, nonostante sembri un salto nel vuoto, nonostante sarà tutto diverso lì, però qui resta tutto troppo uguale; il coraggio di affrontare nuove terribili sfide, per la terza volta, senza arrendersi mai e, una volta superate, rendersi conto di aver bisogno di un aiuto per smettere di pensare a quello che si è passato; il coraggio di accettare che una figlia di diciotto anni vada a fare l'università in un'altra città, che anche se hai sempre incoraggiato gli altri a fare lo stesso, ora da mamma giustamente ne soffri un po', ma resti una persona di grande intelletto e provi un po' di affetto in più per quella studentessa che qualche anno fa era testarda e si rifiutava di riconoscere un "ut+congiuntivo" in una versione di latino ma aveva delle capacità che tu hai aiutato a tirar fuori e che ha seguito lo stesso percorso che a breve percorrerà tua figlia; il coraggio di rimuovere un insetto morto dal bagno facendosi forza nonostante la propria entomofobia.
Il coraggio di accettare l'allontanamento della persona che si ama, di andare avanti nonostante faccia male, di capire che è stata una persona deludente che magari in situazioni difficili non ha dato il conforto che si sperava, di realizzare di essere stati traditi ed abbandonati e provare a non cercare più quella persona, capendo che non è adatta; ma anche il coraggio di ricordare, perché ci sono persone che semplicemente non si può smettere di amare nonostante non ci siano più.
Il coraggio di accettare che le cose non sempre vanno come si sperava, ma questo non vuol dire che non possano andare meglio. Il coraggio di non tenersi tutto dentro ma aprirsi a qualcuno, che magari parlare non risolve i problemi, ma forse aiuta ad allentarne un po' il peso; il coraggio di rivedere il primo amore e rendersi conto che, nonostante qualche farfalla superstite nello stomaco, ormai è passato. Il coraggio di dire ad un'amica che sta sbagliando, anche se non è quello che vorrebbe sentirsi dire; il coraggio di partire da sola per un viaggio e, una volta tornata, rendersi conto che è stata una bellissima esperienza; il coraggio di litigare con i genitori ogni tanto, perché non sono sempre perfetti.
Il coraggio di ammettere che la tintura richiesta al parrucchiere è in realtà tutt'altro colore rispetto a quello sperato e che più che avere i capelli di un adorabile color rame, siano più tendenti al "rosso Ariel"; il coraggio di scherzare anche sulle cose meno leggere, perché se si perde pure una sana ironia è la fine; il coraggio di ascoltare il telegiornale e venire a conoscenza dell'ennesimo attentato e capire che è solo per fortuna se tra quelle vittime non ci sia un'amica, un genitore, un conoscente o proprio tu e tuttavia non smettere mai di programmare il prossimo viaggio, perché purtroppo loro non si fermeranno presto, ma nemmeno si fermerà l'innata voglia dell'essere umano di spostarsi e conoscere.
Il coraggio di aspettare, perché "tutto, maledetto e subito" non può essere una filosofia di vita sempre adeguata.
E alla fine ho trovato anche il coraggio di riprendere a scrivere, di scavare in tutte le tasche dello zaino e ritrovare la memory card, di capire che forse l'amore non è perduto e riacquistare finalmente un po' di ottimismo.
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