Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

giovedì 27 settembre 2012

Crisi.

Crisi. Crisi di mezza età. Crisi infantile. Crisi adolescenziale. Crisi isterica. Grande crisi del 1929 in America. Crisi esistenziale. Periodo di crisiCrisi economica. Crisi respiratoria. Crisi d'astinenza. Crisi di coppia. Crisi di panico. Crisi nervosa. Crisi familiare... Insomma, crisi.
Certo, non è un modo felice per iniziare un post, ma sembra che questa sia la parola più usata ultimamente.
Basti solo pensare alla crisi economica che sta mettendo in ginocchio gran parte dell'Europa, che sembra essere stata superata in Italia, ma che continua ad essere molto forte in altri paesi, come la Grecia o la Spagna... Spagna che in questi giorni sta assistendo a numerose manifestazioni che rendono gli spagnoli ammirabili. Sì, perchè di sicuro scendere in piazza e far sentire la propria voce è molto meglio che restare a casa e lamentarsi dei problemi senza far niente, ma la storia ci insegna che gli italiani in effetti non sono mai stati dei gran ribelli, ma hanno sempre aspettato che qualcuno risolvesse i problemi al posto loro... "E il premio sperato, promesso a quei forti, sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, d'un volgo straniero por fine al dolor? [...] Il forte si mesce col vinto nemico, col novo signore rimane l'antico; l'un popolo e l'altro sul collo vi sta. Dividono i servi, dividon gli armenti; si posano insieme sui campi cruenti d'un volgo disperso che nome non ha." direbbe Manzoni nel Coro dell'Atto III dell'Adelchi e potrei continuare con citazioni letterarie passando dal VI canto del Purgatorio di Dante fino a Carducci che la definisce Italietta; insomma, immagini simili a quelle che ci arrivano in questi giorni dalla Spagna, sembrano ancora lontane in Italia.
E così come l'Europa, anche io sto affrontando il mio periodo di crisi, e più che economica la definirei esistenziale.
Quando al liceo immaginavo l'università, mi vedevo passeggiare sotto ai portici di Bologna, con tanti amici, una casa stupenda con affaccio su Piazza Maggiore e con la possibilità di tornare a Napoli dalle persone a cui voglio bene tutte le volte che avrei voluto... Ma la realtà è stata molto diversa. Bologna è meravigliosa e il DAMS è un sogno, ogni volta che studio per un esame, sento che è esattamente quello che devo fare, perchè non riesco ad immaginare niente di meglio nella mia vita apparte la musica e l'arte. Ma dopo un anno in cui Bologna non è stata il mio paese delle meraviglie, ma l'ultimo dei gironi danteschi, mi rendo conto di aver fatto una scelta non ponderata... Mi viene in mente la mia professoressa di lettere al liceo che ci diceva sempre di ragionare a freddo e forse io non l'ho fatto, non sono stata lungimirante. Il sogno significa anche tanti sacrifici, non solo per me, ma per molte persone che mi stanno attorno alle quali non posso chiedere di sacrificarsi per un mio sogno, ma non posso nemmeno avere la totale indipendenza, perchè non riesco (e non voglio) sciogliere dei legami.
Ed ecco la mia crisi, arrivata all'alba di questo secondo anno universitario non so più cosa voglio, non so più se vivere in un'altra città è solo un vizio di una ragazzina che aveva da poco vissuto il divorzio dei suoi genitori ed un trasferimento traumatico o se è davvero il mio futuro... Non sto mettendo in dubbio la scelta del DAMS, perchè di tutta questa storia, il corso di studi che ho scelto è l'unica cosa di cui sono davvero sicura e che sceglierei altre mille volte, ma la cornice attorno al DAMS non è così meravigliosa come l'avevo immaginata. Forse a parlare è una persona che si è stancata di fare avanti e indietro da Napoli a Bologna in cerca di una stanza che puntualmente non arriva... Forse è solo una crisi momentanea che passerà quando mi  ritroverò di nuovo lì, in quelle aule meravigliose, con tutti quei ragazzi che condividono le stesse passioni e allora mi sentirò di nuovo a casa...
Ma per ora, sono in crisi.

martedì 11 settembre 2012

Peter Pan è volato all'Arena di Verona.

"Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all'Isola Che Non C'è."
L'otto dicembre del 2006 è andato in scena per la prima volta il musical di Peter Pan, al Teatro Augusteo di Napoli, con la regia di Maurizio Colombi che ha creduto in questo progetto ed ha saputo portarlo meravigliosamente avanti realizzando uno spettacolo magico sulle note delle canzoni di Edoardo Bennato. Quel progetto che inizialmente sembrava quasi improbabile è andato avanti e dopo la prima data ce ne sono state altre, molte altre. Per sei anni Peter Pan ha girato per l'Italia portando un po' di magia con sè e facendo sognare tante persone...
"E ti prendono in giro se continui a cercarla ma non darti per vinto perchè chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te."
E poi, il nove settembre 2012, è riuscito a volare in un posto già magico di per sè - l'Arena di Verona - ed ha fatto una magia ancora più grande, ha portato sul palco dell'Isola Che Non C'è, chi in questi anni gli ha dato la voce, le parole e la musica. Per la prima volta, Edoardo Bennato, la sua band e il suo quartetto d'archi erano presenti - e partecipanti! - nel musical.
E di magia ce ne voleva davvero tanta, perchè questo concerto nel musical è stato organizzato anche per regalare un sorriso ai bambini delle zone terremotate dell'Emilia, per i quali sono stati organizzati dei pullman fino all'Arena.
Nonostate i problemi tecnici dovuti dal fatto che il musical con Edoardo live è stato provato per intero su quel palco direttamente la sera del nove, la magia di Peter Pan ha sortito l'effetto desiderato regalando alle settemila persone presenti in Arena, un paio d'ore davvero emozionanti. Due ore in cui la fantasia ha preso il sopravvento sulla ragione e così, al posto di qualche politico ciarlatano, c'era Capitan Uncino sempre arrabbiato e il suo fedele Spugna, perennemente ubriaco e il pericolo più grande era un coccodrillo che faceva un ticchettio sinistro e con i pensieri positivi ed un po' di polvere di fata, si poteva persino volare!
"Ma che sarà? Che cosa ti offrirà quest'altra storia, quest'altra novita? L'unico rischio è che sia tutto finto e che sia tutta pubblicità... 
Ma che ne sai se non ci provi mai? Che rischi corri se non vuoi volare? Coi piedi a terra, legato alla ragione, ti passa presto la voglia di sognare!"
È stato un crescendo di emozioni, partendo dall'introduzione di Edoardo Bennato che ha spiegato com'è nato il musical, all'inizio dello spettacolo; ci sono stati molti momenti divertenti, soprattutto quelli in cui Capitan Uncino e Spugna parlavano del coccodrillo ed altri davvero commoventi, come il primo volo di Wendy, George e Michael o quando tutte le settemila persone si sono alzate in piedi ed hanno urlato "io credo nelle fate" insieme a Peter-Manuel Frattini. E poi la favola è finita, com'è giusto che sia, ha lasciato un bellissimo ricordo e soprattutto una piccola speranza, perchè tutto il ricavato sarà destinato ai paesi terremotati dell'Emilia, sperando che la magia torni presto anche lì.
"Fantasia, macchina eccezionale che ci porta dove non si può andare... Tutto comincia lì, da una matita che disegna il primo salto fatto da Peter Pan e la magia che va, l'Isola Che Non C'è e anche chi non ci crede, ci crederà."
 

martedì 4 settembre 2012

È passato troppo presto.

"Guarda là nella pioggia che cade a settembre c'è un'estate che non tornerà."
Sembra passata un'eternità da quando Santa Maria diventava sempre più piccola nello specchietto retrovisore dell'auto e quasi non mi trovo con il tempo quando mi rendo conto che una settimana fa ero ancora lì, c'erano ancora gli amici, il mare e soprattutto il sole che invece in questi giorni gioca a nascondino e lascia il posto ad una malinconica pioggia torrenziale, che riflette perfettamente il mio stato d'animo.
Sì, anche quest'anno - come ogni anno -, ci metterò un po' a non pensare più all'estate... Quest'anno forse, per una serie di motivi, sarà ancora più difficile... Motivi che possono sembrare banali, come la lontananza (sebbene minima) dagli amici, la certezza quasi assoluta che probabilmente - nonostante tutti i buoni propositi - non li rivedrò più, la lontananza dalle mie migliori amiche che per tutto l'anno vedrò pochissimo e sì, anche una cotta - se così la si può definire - per un ragazzo impossibile... E, sebbene provi a tenere la mente occupata, c'è sempre qualcosa che mi riporta lì: che sia il cognome - ripetuto all'infinito - di un critico letterario che è lo stesso cognome di una persona conosciuta lì, o uno scherzo telefonico riuscito alla perfezione, o una canzone in lontananza... e persino il pensiero che esattamente un anno fa, con lo stesso clima, è iniziato il mio sogno bolognese non riesce a distrarmi... Insomma non pensarci è un'ardua impresa...
Comunque ho ripreso a studiare, dopo due esami particolari come storia della fotografia e drammaturgia, finalmente torno a studiare qualcosa di più comune, letteratura italiana. Una materia che amo particolarmente e in cui dovrei essere abbastanza ferrata dal momento che ho passato gli ultimi tre anni di liceo a studiarla meticolosamente per soddisfare le richieste - talvolta troppo esigenti - della mia professoressa... E menomale che era così esigente, perché altrimenti adesso sarei davvero in alto mare con questo esame, dato che la mia voglia e le mie capacità di apprendimento sono abbastanza scarse in questo momento, mi sento un po' come Neil Armstrong quando ha camminato sulla superficie lunare. È difficile concentrarsi quando la mente è così affollata da altri pensieri, dal ricordo di ogni attimo, di ogni parola, di ogni bel momento... Ecco cosa resta di quest'estate: l'abbronzatura che ancora ricopre il mio corpo, la treccina di cotone nei miei capelli, le foto e tanti ricordi stupendi che si sbiadiranno nel tempo, ma che non potranno mai essere cancellati del tutto.
"E se è vero che il passato a lo scemo e s'è nascosto, io lo cercherò per dirgli che è passato troppo presto."