Prima di riprendere a studiare per il prossimo imminente esame, mi sono concessa qualche giorno di pausa, un po' di tempo per liberare la mente, per godermi gli ultimi giorni qui a Bologna e per metabolizzare il repertorio di emozioni che si affiancano contrastandosi a vicenda.
Insomma, ho cercato di fare un po' di ordine. Sistemando la mia stanza che era diventata una giungla nelle ultime due settimane, ma anche i miei pensieri. Ad ogni modo non ho avuto molto successo con entrambi. Si sa, l'ordine non fa proprio per me, in nessun caso.
Così i vestiti si sono riaccumulati sul mio divano poche ore dopo averlo sgomberato e la mia mente ha continuato a pensare ad una miriade di argomenti scoordinati senza dividerli per categorie. E io mi ritrovo a spostare continuamente le cose dal divano alla sedia e viceversa e ad avere dei frequenti sbalzi d'umore.
L'accavallarsi di pensieri distanti tra loro ha avuto inizio nell'istante in cui la mia mente si è liberata di tutte le nozioni dell'esame che ne avevano sedato questo flusso incessante. Sto vivendo questi ultimi giorni a Bologna praticamente divisa in due: da un lato c'è la voglia incredibile di tornare a casa, di tornare a mangiare i piatti meravigliosi di mia madre, di non dover più essere l'unica a prendersi cura di me e di rivedere le persone che amo, che sono poche, ma che in questi mesi mi sono mancate tanto da farmi avere la sensazione che qualcuno mi avesse strappato prepotentemente il cuore dal petto. Dall'altro però c'è la nostalgia di separarmi da questa città che negli ultimi due anni ho amato ed odiato allo stesso modo; qui è casa mia ormai e stare lontani da casa, si sa, fa sempre male. Io ormai potrei farne un tutorial, visto che sono stata lontana da più case. Prima Bagnoli, poi la mi attuale casa ed ora Bologna.
Ora mi ritrovo a passare quasi tutta la giornata fuori casa, a ripercorrere meccanicamente strade fatte e rifatte durante quest'anno, ma anche quelle meno familiari e la mia testa mi regala delle diapositive molto vivide di alcuni momenti che, devo ammetterlo, spesso mi fanno venire delle fitte al petto.
È stato un anno pieno di momenti intensi, probabilmente per questo ripensarli mi causa un'esplosione di emozioni contrastanti.
Ripassando per la Corte dei Servi mi è tornata in mente la giornata che passai qui a Bologna con mia madre a novembre, per cercare casa, il freddo gelido, la stanchezza, la delusione e poi quell'ultima casa, vista di corsa prima di prendere il treno, con delle ragazze simpatiche e la situazione era perfetta... E poi quel messaggio in treno da parte delle mie attuali coinquiline che mi dicevano di aver scelto me.
Ricordo la paura mista all'emozione di andare a vivere finalmente a Bologna, le prime settimane da sola, la prima pasta con le lenticchie che faceva talmente schifo che alla fine ho dovuto buttarla via, la prima nevicata che mi ha lasciata per giorni con un sorriso da bambina e il desiderio di andare in Piazza Maggiore a giocare.
Oggi tornando a casa, ho fatto una strada diversa dal solito, più lunga e sono passata davanti alla fermata del bus 18 e non ho potuto fare a meno di sorridere a mo'di Stregatto, perchè a quella fermata ho passato dei minuti interminabili, mentre con una mia amica aspettavamo con ansia e fomento il concerto degli About Wayne, il primo di quella che per me è stata una lunga serie - che ancora non si è conclusa - e mentalmente ho ripercorso quelle sette fermate prima di arrivare al Caos Rock Club ed ho avvertito la stessa adrenalina di quella sera del primo febbraio.
Ricordo il concertone per Lucio Dalla, tutta quella gente che riempiva Piazza Maggiore e tutte le strade limitrofe, tutti gli escamotage che le mie coinquiline ed io abbiamo adottato per cercare di arrivare in un punto dove potessimo vedere ciò che succedeva sul palco. Oppure i viaggetti con mia madre, i vari momenti a Via Zamboni, il Campus By Night, le varie serate... Il freddo e poi il caldo e poi di nuovo il freddo.
E poi la strada che per quasi cinque mesi ho percorso e ripercorso più di qualsiasi altra, ovvero quella che mi porta in Via Barberia 4 al Dipartimento di Musica e Spettacolo, dove ho passato la maggior parte delle mie giornate... La mia università, i corsi, i panini mangiati fuori la questura, i dibattiti sull'armonizzazione di un corale al bar, i colleghi e gli amici, le risate, gli sbadigli, l'ansia di capire, i professori - quelli stronzi e quelli che hanno lasciato un bellissimo ricordo -, la musica. Il DAMS.
Insomma, Bologna in questi mesi mi mancherà. Nel bene e nel male. Ma è stata esattamente all'altezza delle mie aspettative, quelle di una ragazzina appena diplomata e quelle di una persona più adulta che ha dovuto prendersi il meglio e il peggio di tutto questo.
Tutti questi ricordi sono pertinenti e sono contenta anche che adesso facciano un po' male, significa che è stato tutto molto intenso, con tanti alti e bassi che mi fanno pensare solo a una cosa... Che il meglio deve ancora venire, devo ricordarmelo sempre. E in fondo, se non ci sono alti e bassi nella tua vita, significa che sei morto.
Per quanto mi riguarda, non vedo l'ora di scoprire che cosa mia aspetterà il prossimo anno, ma per ora penso di poter aspettare, perchè sebbene sia curiosa e già stia fremendo per il mio terzo anno al DAMS, adesso ho bisogno di un po' di relax, di un po' di coccole, del sole e del mare... Insomma, penso che quest'estate me la godrò a pieno, ancora di più delle altre.
Una vita senza emozioni non sarebbe vita, senza alti e bassi sarebbe una noia.. goditi ogni momento perchè quando arrivera' il meglio.. te lo gusterai al 100% :)
RispondiEliminaGrazie! =)
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