Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

sabato 4 ottobre 2014

Arrivederci.

Kalispera, good evening, bonsoire, buona sera, dobry wieczór, dobryy vecher, dobro veče.

Ho imparato a dire buongiorno, buona sera e grazie in varie lingue e questa è solo una delle cose che mi ha lasciato la Grecia.
Delle tante cose.
Non parlo solo di immagini incredibili, quasi da cartolina come i colori del tramonto, l'incredibile bellezza di Atene in cui antico e moderno ed Oriente ed Occidente si fondono in un modo unico e sorprendente, il colore del mare di Eretria, i profumi, i sapori - seppure particolari e talvolta poco vicini ai miei gusti -, della natura... Questa è solo una parte di quello che quest'estate mi ha lasciato.
Le cartoline resteranno impresse nella mia mente, così come alcune parole che sono entrate nel mio vocabolario quotidiano ormai un po' poliglotta e strano.
E poi ci sono cose che sono incise non solo nella mia mente. Alcuni sorrisi, un paio d'occhi dello stesso colore del mare di Eretria, o quella voce che ripeteva il buongiorno in tutte le lingue e tante altre cose....
Non riesco a dimenticare, forse non aiuta che l'esame che sto preparando è Etnomusicologia e che il modulo che io scelsi esattamente un anno fa è sulla musica dei Balcani e della Grecia. Forse semplicemente non posso dimenticare e non voglio.
Fingo di non pensarci molto, ma non sono più una brava attrice e basta una parola, un odore o un viaggio che per certi aspetti può ricordare quello ad Atene e allora mi sento come la scena del video di "Don't Tell Me" di Avril Lavigne in cui lei rompe il vetro. Ma io sono il vetro.
Oggi sono stata a Firenze, mi sono svegliata presto, ho fatto una colazione abbondate e con il regionale ho impiegato poco più di un'ora e mezza da Bologna, poi ho camminato tanto in una bellissima città d'arte in cui le lingue che sentivo per strada erano le più svariate, dopodichè mi sono ritrovata al Mercato di San Lorenzo. Ma non ero a Firenze. Non avevo preso il regionale, ma l'autobus dall'Eretria Village ad Atene e quello non era il Mercato di San Lorenzo, ma il Mercatino delle Pulci vicino l'Agorà. E durante il ritorno nel treno ho realizzato che non sarei tornata ad Eretria, che non mi aspettava la doccia della camera 2205, che non avrei visto nessuno spettacolo accanto ad una piscina e non avrei ballato e guardato ancora quegli occhi.
Ed è stata la prima volta da quando quell'aereo giallo e blu della Mistral Air è decollato dall'Aeroporto di Atene, che mi sono lasciata sul serio andare alla nostalgia (dolore?). Consapevolmente.
A parte la notte...
Ma quando arriva la notte e resto sola con me, la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perchè. 

Poco prima di partire per Atene fotografai l'alba sull'Aeroporto di Bari e scrissi "Antìo Italia" su Facebook, perchè avevo bisogno di staccare dall'Italia, di allontanarmi non solo fisicamente dal mio paese e da tutto ciò che ad esso era legato.
Ora "Antìo Ellada kai efharisto para poli". Perchè ho bisogno di credere che questo sia solo un arrivederci prolungato dalla Grecia e da tutto ciò che ad essa è legato.

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