Non posso dire di essere un'esperta dell'amore, l'ho sperimentato solo negli ultimi due anni della mia vita e mai completamente. Però, nel corso di questi due anni, posso dire di essere diventata un'esperta dell'aspetto platonico dell'amore, da un lato perchè vorrei qualcuno che non vuole me e dall'altro perchè, quando di recente ho amato ed ho avuto la sensazione di essere ricambiata, era un amore troppo veloce ed incredibilmente lontano.
Due, punto.
Conosco l'amore dai libri, ho sempre letto di grandi amori, amori che hanno portato alla morte, amori coraggiosi, amori che superavano le distanze delle classi sociali, amori magici, amori impossibili. Con i libri, le canzoni e i film ho conosciuto tutti i tipi d'amore, senza però capirli completamente, ma li ho desiderati tutti anche se non riuscivo a provare questo sentimento per nessuno. Grandi infatuazioni, tante farfalle nello stomaco, tanti glitter ma nulla di reale.
Poi l'ho sperimentato, due volte, non ricambiate o comunque non del tutto. L'amore non è come quello che descrive Shakespeare, non è successo velocemente, non è stato subitaneo e totalizzante, ma di sicuro difficile.
Ho vissuto dell'amore soprattutto le lacrime, tante lacrime. Mi sono ritrovata ad odiare la distanza più di qualsiasi altra cosa e poi ad odiare me stessa fino a sentirmi inadeguata all'amore.
Forse è davvero così.
Però so che io mi sono data completamente, senza limiti e credo che questo sia bellissimo e terribile. Amo in modo assoluto, senza preservarmi, come se stessi guidando un'auto da corsa in una strada che termina con un burrone e la portassi al massimo della sua velocità consapevole che l'impatto sarà poi devastante e me ne frego delle conseguenze.
Tuttavia una cosa l'ho imparata sull'amore:
«Amare è veloce, dimenticare è davvero lento.»(Pablo Neruda, Tonight I can write the seddest lines)
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