Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

sabato 28 febbraio 2015

Assenza.

Grazie per l'assenza.
L'ho scritto anche alla fine dei ringraziamenti della mia tesi di laurea perchè l'assenza a volte fa male e spesso proprio dal dolore nascono cose buone.
Nell'ultimo semestre ci sono state varie assenze, alcune di cui mi sono accorta appena e che mi sono sembrate persino puntuali, altre invece sembrano scavare una buca profonda nel petto. Una su tutte, in verità.
Dal dolore per questa assenza è nata una canzone di recente, la mia prima canzone. Una canzone di cui ho in mente la musica e il cui testo mi piace, anche se non mi convince ancora del tutto - ritornello a parte -, ma l'ho scritta di getto, senza pensare alle formalità. È imperfetta come una lacrima.
Grazie per la tua assenza. So che tanto non leggerai questo post, non credo tu sia mai entrato in questo mio piccolo angolo di Web nemmeno all'inizio, quando mi scrivesti "scopro solo ora che hai un blog", dunque non lo farai ora che anche quell'ombra di interesse che sembrava provassi per me è svanita. Ed è svanita da parecchio, nonostante il mio voler credere alle tue parole, che si perdono nel vento. Quindi ecco l'ennesima cosa che ti scrivo e di cui tu non saprai mai l'esistenza. Lettere, storie, una canzone... quanto spreco di creatività artistica.
Mi manchi, ma la consapevolezza che per te non è lo stesso mi impedisce di provare a cercarti, ancora. Non ha senso, comunque. Quando volevi essere cercato me lo facevi capire bene e spesso - soprattutto all'inizio - eri tu a cercare me; se penso a quei "buongiorno/buonanotte piccola H" ancora avverto un vuoto allo stomaco, come se avessi involontariamente saltato uno scalino scendendo le scale. Ma stiamo parlando di tempo fa quando con qualche frecciatina mi facevi notare che "stavo sparendo", ora mi hai indotto a farlo sul serio e non ti interessa. Come cambiano le cose. A mia discolpa dico che io non avevo assolutamente considerato che tu potessi diventare importante per me.
E invece...
Vorrei smetterla di pensarti e basta. Vorrei non voler più mettere mi piace a qualcosa che scrivi, perchè tanto è inutile; vorrei non svegliarmi più nel mezzo della notte piangendo e cercando di sopprimere un dolore che nessuno può alleviare. Vorrei.
Quindi cerco di tenermi impegnata, sparisco in universi paralleli lontani dal "nostro" e progetto viaggi, sia mentali che reali per scappare dal dolore e anche un po' da me stessa.
Forse non sarà sempre così, forse ci riuscirò davvero, a smettere di pensarti e allora non sentirò più quel dolore. Forse ci incontreremo per caso tra gli scaffali del reparto "musica" de La Feltrinelli in Piazza De' Martiri, come il nostro primissimo, veloce ed involontario incontro; oppure non ci vedremo mai più ed entrambi saremo stati solo una nuvola passeggera nella vita dell'altro. O forse tu mi cercherai di nuovo, quando invece io avrò perso tutti i motivi per cercarti e per farmi trovare da te, ma quella non sarebbe una vittoria, solo un altro ennesimo fallimento, mio con il tuo nome.
Per questo ci sei anche tu, nei ringraziamenti della mia tesi di laurea. All'inizio avevo scritto #Mio, ma non ho mai avuto il diritto di chiamarti così, non sei mai stato mio, per cui nella versione ultimata e stampata ho usato il tuo soprannome, semplicemente. Esattamente come quando abbiamo parlato la prima volta e tu mi hai detto il tuo nome "oppure" quelle due lettere uguali, una maiuscola e una minuscola.

«When we fall in love with someone we say "hello" and it's magical, we never imagined that "hello" could someday turn into a "goodbye". And when we have the first kiss with someone it's magical, we never ever imagined someday that it could turn into a last kiss.», Taylor Swift.







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