Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

sabato 21 marzo 2015

People don't take trips... trips take people.

Sono di natura molto impulsiva, soprattutto per le cose davvero importanti, mentre mi perdo in lunghe ed estenuanti riflessioni per quelle stupide. Forse dovrebbe essere il contrario, ma io sono un ossimoro.
Erano mesi che l'idea di andare in Serbia affiorava di tanto in tanto nella mia mente, come un sogno ricorrente che però viene dimenticato al mattino.
Perché in Serbia e non in un altro Paese? Eh, bella domanda. Because, risponderebbe qualcuno di mia conoscenza senza aggiungere altro, che un po' equivale al nostro perché sìBecause.
Poi, il giorno dopo la discussione della mia tesi di laurea, sono andata sul sito dell'Easyjet ed ho prenotato, così, senza prendere nemmeno un secondo per riflettere. L'ho fatto e basta, poi dopo ho iniziato a mangiarmi le unghie a sangue pensando di aver preso una decisione avventata. E lo è stata, il mio viaggio in Serbia è stato decisamente la cosa più folle, impulsiva, avventata e meravigliosa che abbia mai fatto.
In Italia i voli per Belgrado sono prevalentemente da Milano Malpensa, o almeno con la Easyjet (che purtroppo da aprile 2015 interromperà i voli per la capitale serba, non si sa per quale arcano motivo) bisogna prenderlo lì, essendo la scelta più economica infatti, non mi sono posta il problema di vedere l'Alitalia, l'Air Serbia e la Turkish Airlines cosa offrissero. Magari in un futuro si vedrà...
Raggiungere l'Aeroporto di Malpensa è un po' la versione moderna del viaggio di Ulisse nell'Odissea. Soprattutto se vi chiamate Helda Tassi e due giorni dopo aver prenotato l'aereo viene indetto sciopero nazionale dei mezzi di trasporto. Per cui l'avventura è stata più o meno questa: sveglia al sorgere del sole (ci aggiungerei una reticenza poetica), autobus per arrivare alla stazione ferroviaria di Bologna, treno Italo [pregando qualsiasi divinità che partisse e, per fortuna, Italo Nuovo Trasporto Viaggiatori non scioperava a differenza delle Ferrovie dello Stato], arrivo a Milano Porta Garibaldi e relativa colite per l'ansia che tutte le corse del Trenord fossero state annullate e di dover quindi arrivare a Milano Centrale per prendere un autobus che probabilmente ci avrebbe messo un'era glaciale per arrivare in Aeroporto; la fortuna è stata dalla mia parte e, mezz'ora dopo essere scesa dal treno Italo, ho beccato l'unico Trenord che passava durante la mattina. L'unicoHo quindi appurato che Malpensa dista da Milano più o meno quanto Hogwarts da King's Cross Station e che probabilmente non ho beccato i Dissennatori perché c'era già lo steward di bordo (non so se abbiano questo nome anche nei treni) che ci provava con me e trovava qualsiasi scusa possibile per avvicinarsi al mio posto e non mi è partito un bestemmione giusto perché ero concentrata a contare con ansia le fermate che mancavano all'aeroporto. Una volta arrivata, poteva mai la mia Odissea essere terminata? No. Infatti l'aereo per Belgrado partiva dal Terminal 2, per cui ho dovuto fare anche dieci minuti di navetta per raggiungere l'altro terminal. Finalmente in aeroporto, ho fatto il check-in e, al controllo passaporto mi è quasi venuto un infarto. Sulla guida di Belgrado della Lonely Planet, sul sito www.viaggiaresicuri.it e persino su quello dell'Ambasciata Italiana in Serbia, c'è scritto che [cito testualmente] a partire dal 12 giugno 2010, i cittadini dei Paesi membri dell’Unione Europea possono viaggiare nella Repubblica di Serbia avvalendosi anche della sola carta di identità valida per l’espatrio, e non solo del passaporto, per un periodo di soggiorno che non ecceda i 90 giorni. Quindi naturalmente io che non ho (ancora) il passaporto sono andata tranquilla, ma quando ho letto "controllo passaporto", ho visto la mia vita passarmi davanti in un istante, ho persino iniziato a chiedermi se l'Italia fosse davvero nell'UE. Ovviamente sì, era solo una delle mie 55 Paranoie, infatti sono riuscita ad imbarcarmi. Tralasciando che, in attesa dell'apertura del gate, c'era una bimba serba (che non parlava una parola di inglese o italiano) che si era letteralmente innamorata di me, mi dava i baci sulla guancia e mi faceva accarezzare il suo orsacchiotto e che in aereo mi sono trovata negli ultimi posti seduta tra una signora sovrappeso ed il figlio alto un metro e novanta, il viaggio Milano-Belgrado è stato tranquillo e veloce. Oltre ad essere stato il mio primo viaggio in aereo da sola e, in generale, il mio primo viaggio da sola all'estero, per cui mi aspettavo di farmi venire almeno una ventina di attacchi di panico, invece a dieci minuti dal decollo, già flirtavo con Morfeo.
In totale cinque mezzi di trasporto differenti da Bologna a Belgrado.
Ma parliamo di cose serie. La Serbia (e credo anche gli altri paesi dei Balcani) è decisamente sottovalutata. Io ho visitato Beograd e Pančevo (sì, preferisco usare i nomi originali, come per qualsiasi città) e le ho trovate molto belle. Belgrado è una città splendida che non potevo non adorare: è una perfetta combinazione di antico e moderno in cui si mescolano Oriente ed Occidente in un intreccio incredibile e perfetto e io, amante delle città antiche e piene di storia che ho amato Roma e Atene, non potevo non innamorarmi anche della capitale serba, sebbene non sia meravigliosa da togliere il fiato come queste due, è comunque una città incredibile. C'è tanto da vedere ed io ho adorato ogni angolo: da Skadarlija, una strada dal fascino bohémien che ricorda un po' Montmartre con la pavimentazione che loro chiamano "alla romana" (caratterizzata da delle pietre irregolari, differente da quella "alla turca" che ricorda i nostri sampietrini) in cui ci sono svariati localini, bistrot e ristoranti in cui non mi sono impuntata per entrare giusto perché non volevo fare la figura della bambina viziata; alla Crkva Svetog Marka, ovvero una bellissima chiesa ortodossa dedicata a San Marco (situata nel Tašmajdan che è un parco), di cui ho adorato l'architettura; alla Trg Republike che è la piazza principale nonché luogo d'incontro dei giovani e non solo da cui parte la Knez Mihailova (una delle strade dello shopping), in questa piazza ho assaggiato una pizza molto migliore della maggior parte di quelle provate a Bologna ed ho anche mangiato un pancake alla Nutella e banana che ancora mi fa sbavare al solo pensiero per quanto era buono; al bellissimo Tempio di San Sava che è uno dei simboli della città, iniziato a costruire un secolo fa e ancora da completare all'interno; fino ad arrivare ad uno dei posti che ho preferito di più della città, ovvero la Kalemegdan, una cittadella romana che sorge su una collina con le mura che la circondano da cui si ha una vista spettacolare che a me, appena arrivata a Belgrado, ha letteralmente tolto il fiato perché si vedeva tutta la città (in particolare la parte più antica) e poi i due meravigliosi fiumi che attraversano la città (Sava e Danubio) che si incontrano e circondano una piccola isola, l'Ada Ciganlija... ed assicuro che panorami mozzafiato ne ho visti parecchio, ma questo è stato di sicuro uno dei miei preferiti, al tramonto è davvero magico. 
[N.d.R. I had a special guide who showed me all the city and, even if he thought I wasn't very careful, I was very interested and I remember everything]
Pančevo, invece, è una piccola città a poco più di mezz'ora dalla capitale ed è adorabile (e, per certi aspetti, romantica). Anch'essa attraversata da un fiume, il Tamiš (la cui riva è secondo me uno dei posti più suggestivi), con meno attrazioni rispetto a Belgrado, ma carina comunque con le sue chiese, il parco in cui ci sono degli attrezzi ginnici accessibili a chiunque come le giostre per bambini (e questa cosa mi ha fatto letteralmente impazzire, fantastico!), la stazione ferroviaria e le case basse in mattoncini.
Una caratteristica dei serbi che avevo notato già la scorsa estate ad Eretria a contatto con diversi animatori di questo Paese e che ho adesso definitivamente appurato, è che sono un popolo adorabile: ospitali, gentili, disponibili e credo che gli italiani, nella loro spesso immensa presunzione, avrebbero molto da imparare. 
Nonostante i miei gusti difficili (difficilissimi!) in "materia di cibo", mi sono preposta di assaggiare – quasi – tutto quello che mi è stato proposto e, contro le aspettative, ho apprezzato la maggior parte delle loro pietanze: ho mangiato il loro pranzo domenicale tipico, ovvero una zuppa di pollo, seguita da cotolette e purè; burek (una sorta di rustico in pasta sfoglia con all'interno prosciutto, formaggio e funghi) che mi è piaciuto molto, peccato solo che l'ho mangiato a colazione e per me è inconcepibile mangiare salato appena sveglia; sarma (degli involtini di cavolo con all'interno carne macinata) e pljeskavica che è carne tipo hamburger (ma centomila volte più buona!) che di solito mangiano in un panino insieme ad alcune salsette e che a me ha fatto letteralmente impazzire perchè era ottimo. 
La Serbia è assolutamente un paese da vedere, tutta, ne sono certa anche se ho visto solo due città ma sono bastate affinché avessi un'ottima impressione del Paese. Il mio soggiorno lì è stato bello e intenso, ha lasciato in me un ricordo molto piacevole che difficilmente potrò dimenticare e spero che questo sia stato solo un assaggio e che ci saranno altre occasioni per tornare lì.
Hvala.

    
Hram Svetog Save, Beograd   
   
                                                               Skadarlija, Beograd
        
Kalemegdan, Beograd 
         Tamiš, Pančevo
    
 Pancake. Trg Republike, Beograd  
   
            Biliard. Pančevo.
                                                                                        Хвала, волим те

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