Ci sono due "categorie" che dividono questo argomento.
La prima è quella che definisco "Polis Greche", non bisogna piangere, bisogna fare i duri, sorridere sempre, comunque vada... E alcuni di noi sono bravissimi in questo. Riescono a nascondere così bene le cose da diventare inconsapevolmente degli attori incredibili, hanno sorrisi così smaglianti e sinceri che farebbero invidia ai migliori musical di Broadway. E alla fine si immedesimano così tanto nella parte da farla diventare reale. Il problema c'è, ma va risolto! Niente lacrime, nessun coinvolgimento emotivo... Il nulla cosmico.
E poi c'è una seconda categoria, che ultimamente va molto di moda, ovvero quella che io definisco "Reality Show". Ovvero piangere, sempre, per qualsiasi cosa, in ogni momento. Questo fa guadagnare il favore del pubblico, sempre, anche se non c'è un vero pubblico. Anche qui si sviluppano delle capacità recitative pazzesche, riuscire a piangere a comando per il pubblico affinchè, per quella strana empatia con lo spettatore, quest'ultimo provi le stesse sensazioni. E non importa che lo spettatore non è seduto davanti a un televisore, va bene comunque, l'importante è avere un pubblico da cui essere compatiti e confortati.
Di questa seconda categoria, non riesco nemmeno a definire persone sane di mente gli individui che ne fanno parte. Ma non sta a me giudicare, ognuno fa ciò che vuole. Ognuno con il suo credo, giusto o sbagliato che sia.
Penso però che la prima categoria debba necessariamente essere suddivisa in due sottosezioni: da un lato coloro che potrebbero anche farsi asportare i dotti lacrimali perchè, da discendenti diretti della linea di Sparta, non li usano neanche, non ricordano nemmeno più come siano fatte le lacrime.
E poi ci sono tutti gli altri...
Quelli che non piangono, anzi che un po' se ne vergognano a pensare a questo argomento, quelli che sono tutti d'un pezzo e il cui sorriso è talmente sincero e radioso da non lasciare dubbi.
Sono quelli che però spesso hanno bisogno di un rifugio. Un buon libro, un po' di musica, un film o una serie TV... E poi eccola, quella scena dell'ultimo episodio della prima serie di un telefilm a caso come potrebbe essere Glee ad esempio, o quella frase di una canzone passata in shuffle sull'iPod... entrambe abbastanza banali, eppure fanno scattare qualcosa dentro ed ecco lì che la gola inizia ad inaridirsi e si deglutisce più volte per calmare questa strana sensazione mentre gli occhi iniziano a bruciare e, prima di esserne consapevoli, si scoppia in un pianto disperato che non si riesce a fermare finchè non si caccia tutto. E allora potrebbe durare anche per molto tempo.
Poi ci si riprende, si fa un bel respiro e si guarda la propria immagine allo specchio, con un viso pallido che mette in risalto le guance rosse, gli occhi arrossati e ancora lucidi e si cerca di capire per quale arcano motivo quella stupida scena o frase o successione di accordi abbia provocato questo uragano.
E lo sappiamo bene, sembra quasi volercelo suggerire il nostro riflesso allo specchio, ma noi gli scocchiamo un'ultima occhiata a metà tra la pietà e la seccatura ed andiamo via, come se non fosse mai successo. Ed un po' è vero, perchè almeno ci si sente svuotati di tutto e capaci di tornare a sorridere ed ingannare tutti, persino noi stessi... in attesa di altre lacrime.
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