Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

lunedì 27 gennaio 2014

Buon compleanno bambina.

Se c'è una cosa che mi caratterizza è di sicuro l'ansia. Sembra quasi che la frase tutto, maledetto e subito l'abbia detta io. Sono sempre stata così, questo è il motivo per cui il 27 gennaio 1993, alle sei del mattino ho rotto le scatole a mia madre e le ho fatto subire dodici ore di travaglio, nascendo decisamente in anticipo rispetto alla data prevista. Sono nata nei cosiddetti giorni della merla, cioè i giorni più freddi dell'anno, me lo ricordano tutti quelli che c'erano alla mia nascita e questo forse è il motivo per cui a volte io sono glaciale... Sono nata anche lo stesso giorno di Mozart, per la cronaca, e questo è sempre stato motivo di orgoglio per un'aspirante musicista/musicomane come me.
Non ricordo il primo compleanno festeggiato e neanche gli altri successivi, ma sono quasi certa che ogni mio compleanno sia stato celebrato come quello di una star. È così che mi hanno fatto sentire i miei, da sempre... Ero la loro piccola celebrità e lo sono ancora adesso. Per cui, feste in grande, sempre. E di solito si festeggiava per più di un giorno, magari quasi per una settimana, arrivando così al mio onomastico, il 4 febbraio. Insomma, ecco perchè sono così egocentrica.
Qualche festa però la ricordo, alcune con più piacere di altre.
Ricordo quella dei nove anni, in un ristorante a Bagnoli che allora andava molto di moda tra la mia classe, La Pentolaccia, ora non esiste più. Ricordo che c'era quasi tutta la mia classe e che per tutta la serata aspettai - invano - un tipetto che mi piaceva e che successivamente è diventato uno dei miei più cari amici.
Ricordo il dodicesimo compleanno, credo. Erano gli anni in cui credevo che i Blue fossero tutta la mia vita, gli anni un po' stupidi diciamocelo, quelli che tutti attraversano e che poi, per fortuna, passano. Mi facevo chiamare Helda James, dicendo che ero la moglie di Duncan James. Tre giorni prima di me, festeggiava la mia migliore amica e le avevano fatto una torta con la stampa dei Blue, eravamo così legate che la considerai anche un po' mia e, in fin dei conti, non mi dispiaceva dover condividere il "mio Duncan" con lei. Poi arrivò il mio compleanno, altra festa in grande e mia madre mi fece una maglia rossa, il mio colore preferito, con la scritta "If loving you it's a crime, then I'm guilty", la mia canzone preferita dei Blue. Ero così fiera di quella maglia, la adoravo e penso di averla messa da lì ai due-tre anni successivi quasi ininterrottamente. Tutt'ora ce l'ho ancora conservata, così, per affetto.
Penso però che il compleanno più bello sia stato il 27 gennaio 2007, i miei quattordici anni.
Era da poco finita la tournèe Britti&Bennato, era stata l'estate più incredibile della mia vita, a tredici anni ero salita su molti palcoscenici importanti ed avevo vissuto tra palco e realtà, penso sia stato in quel momento che i sogni di bambina si sono trasformati in reali progetti per il futuro. Non c'era niente che avrei voluto fare nella mia vita se non la cantante.
I miei avevano litigato da poco e papà non era più a casa con noi, ma tutto sommato avevano mantenuto un buon rapporto, per cui decidemmo di andare a Roma insieme. La mia Roma. Non ci sarebbe stato nessun posto al mondo dove avrei voluto essere.
Ricordo che mio padre si svegliò come al solito tardi e, dopo un piccolo litigio con mamma, ci mettemmo in auto e partimmo. L'idea era quella di visitare finalmente l'interno del Colosseo, cosa che ovviamente non facemmo perchè arrivammo dopo l'orario di chiusura. Ma non fu poi un grave danno, facemmo un giro per il centro, per quelle strade che io adesso saprei percorrere ad occhi chiusi, con l'odore di caldarroste che si diffondeva tra le vie dello shopping, i regali in Via del Corso e il desiderio espresso a Fontana di Trevi, una tradizione.
Ricordo che fu una giornata stupenda, quando arrivammo a Roma, dopo svariati giri per trovare un parcheggio, alla fine trovammo un posto vicino una sede de La Sapienza, sul muro c'era scritto "Divieto di affissione" e papà, conosciuto per la sua inclinazione a non rispettare mai le regole, scherzando si chiese se poteva parcheggiare lì, mia madre lo guardò sconcertata e gli disse "Ma perchè, l'azzecchi in faccia al muro la macchina?". Quel momento rimarrà nella storia, penso che a più riprese durante la giornata lo richiamavamo alla memoria e scoppiavamo a ridere fino a farci venire le lacrime.
Camminammo tanto, ci concedemmo un'ottima focaccia romana con salsiccia e, verso la sera, il mio quinto metatarso sinistro - che avevo fratturato qualche mese prima - iniziò a farmi male e a gonfiarsi, perchè ovviamente non avevo portato il gesso per il tempo necessario... Dettagli.
Ci mettemmo in macchina quando Roma ormai era illuminata dalla luci della sera ed era spettacolare, come sempre e poi andammo a Grottaferrata a mangiare a Lo Spuntino, un cult del tour dell'estate precedente che poi è diventato una meta fissa quasi tutte le volte che siamo in quella zona.
I miei presero una gricia, a me allora non piaceva ancora, solo pochi anni dopo è diventato il mio piatto preferito, così presi degli gnocchi imbottiti di melanzane. Sono pochi i ristoranti che amo particolarmente per la loro cucina, Lo Spuntino è di sicuro al primo posto.
E, per concludere la giornata, Alex inviò a papà una registrazione di "Tanti auguri a te" suonata da lui alla chitarra, registrazione che conservo ancora gelosamente su un CD.
Di compleanni belli ne ho vissuti tanti e spesso mi sono ritrovata a Roma con papà, ma poi tornavo sempre a Napoli per festeggiare con amici e parenti, spesso a più riprese.
Ci sono stati i miei diciotto anni in un bellissimo locale sul lungomare di Mergellina e i venti trascorsi in un pub a ballare sui tavoli insieme alle mie amiche... Eppure, l'anno scorso sentivo che in qualche modo quello sarebbe stato l'ultimo compleanno festeggiato a Napoli. Infatti adesso, per la prima volta, mi ritrovo lontana dalla mia città natale, senza il bouquet di lilium rosa di mamma e la sua torta... Ed ho come la sensazione che questo sia il primo di una lunga serie di compleanni lontana da Napoli. Ma va bene così, è questa la vita che mi sono scelta e continuerò sempre a ripeterlo, non ho rimpianti legati a Napoli.
E alla fine sono arrivata a ventuno, penso sia terribile per un'eterna Peter Pan come me. Ho avuto l'ansia per tutta la scorsa settimana, mi prende sempre un po' male il mio compleanno, poi stanotte ho sognato che mentre spegnevo ventuno candeline che in realtà sembrano molte di più su quella piccolissima torta, iniziavo a sgretolarmi come cenere mentre le candele restavano accese.
Ma poi mi sono svegliata, fuori il tempo è glaciale e si preannuncia la prima forte nevicata dell'anno qui a Bologna, siamo entrati nei giorni della merla, no? E qui c'è mio padre, che è venuto a festeggiare la sua "piccola" star. E poi ci sono nuove persone nella mia vita con cui sarà bello festeggiare... E poi boh, vedremo cosa ha in serbo per me la vita e questi ventun anni... Nel frattempo sono maggiorenne in tutti gli stati e posso tranquillamente bere superalcolici legalmente.
E, se proprio vogliamo dirla tutta, oggi la mia età effettiva è 2+1... 3!



2 commenti:

  1. Bambina, il fatto che tu sia lontano fisicamente, non vuol dire che tu lo sia col cuore. Fai bene a non avere rimpianti, non averne mai. Lotta come hai sempre fatto ed andrà tutto bene. Buon compleanno, amore :*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Stenny, è stato difficile non festeggiare con te il giorno del mio compleanno, ma ci rifaremo appena torno. E con il cuore ci sono, ma solo per pochissime persone, tra cui tu occupi una posizione primaria.

      Elimina