Helda meaning.

Helda /ˈɦeld̪a/: antico nome germanico che significa "guerriera".

venerdì 25 aprile 2014

Risposte.

Non ricordo di essere stata una bambina che faceva molte domande, sono sempre stata molto curiosa sì, ma cercavo di scoprire da sola le cose anzichè ottenere delle risposte da qualcuno. Forse perchè ho sempre mostrato una certa diffidenza nei confronti degli altri. Credo di essere sempre stata una brava osservatrice e questo mi rende abbastanza incline ad evitare le domande. Sia a farle che a riceverle, ad essere sincera. Però sono più brava a fornire delle risposte, piuttosto che fare delle domande.
Osservare mi permette di trovare da sola delle risposte, a volte incredibilmente esatte, altre volte totalmente e disastrosamente sbagliate; è l'aspetto negativo del voler sempre cavarsela da soli, contando solo sulle proprie forze.
Questo non vuol dire che le risposte che tendo a darmi da sola non possano cambiare se osservo qualcosa da un altro punto di vista, anzi direi che le mie risposte cambiano continuamente.
Ultimamente però mi sono resa conto di avere molte più domande ed osservare non mi basta più perchè - soprattutto in certi casi, soprattutto per certe persone - tendo a darmi delle risposte catastrofiche, qualcuno mi ha detto che devo fare i conti con il suo lato pessimista, ma sono sicura che il mio è infinitamente peggio. Per cui ho bisogno di porre delle domande agli altri che risultano piuttosto un terzo grado in cui probabilmente io sembro una psicopatica/insicura/rompiballe e comunque le risposte che ottengo non sono soddisfacenti. Più che altro perchè, essendomi precedentemente data una risposta catastrofica, quelle che ottengo dall'esterno sono decisamente in contrasto con le mie e allora tendo a non fidarmi, a pensare che in realtà quella risposta non è altro che un "contentino" e ritorno alla mia ipotesi degna di una diretta discendente di Giacomo Leopardi... Anzi, per Leopardi dalla lava del Vesuvio nasce la ginestra, oltre la siepe c'è l'infinito e questa può quindi essere superata; invece per me c'è una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia, un muro invalicabile.
E poi, in questi giorni in cui sento un enorme punto interrogativo sulla mia testa - come nei fumetti -, ho ritrovato un oggetto improbabile: il libro delle risposte in versione tascabile. È l'oggetto più inutile che esista al mondo probabilmente e, il motivo per cui io lo possegga, è per me un mistero. Ad ogni modo, nel mio bisogno di ottenere risposte, ho aperto più volte a caso le pagine di questo piccolo oggetto del male ottenendo delle risposte che hanno suscitato in me varie reazioni: in un primo momento avrei voluto scaraventare il libricino fuori dalla finestra, poi - visto che in certi casi le risposte lette erano peggiori di quelle che avevo formulato nella mia mente - ho iniziato a pensare che il libro avesse in qualche modo ragione, per cui la forte oppressione al petto non ha fatto che aumentare trascinandomi ancora di più nello sconforto ed aumentando così il bisogno di risposte.
Un uroboro insomma... Tipico di me.
E pensare che sarebbe tutto molto più facile se solo mi limitassi a chiedere a qualcuno...

Nessun commento:

Posta un commento