La tendenza ormai è quella di addobbare non solo l'albero di Natale, ma ogni centimetro libero della casa, interni ed esterni, infatti i balconi di fronte sono così pieni di luci e di decorazioni di ogni genere che per un attimo m'è sembrato di trovarmi in un incubo ambientato fuori al palazzo di Harrod's a Londra, poi le soavi voci delle persone che abitano in questo parco della periferia vesuviana di Napoli, mi hanno riportata alla realtà.
Va bene l'atmosfera natalizia, ma il troppo stroppia... sempre. E, come spesso accade si rischia di cadere nel kitch.
In effetti ciò che trovo ancora più kitch delle luci piazzate così un po' ad cazzum sulle ringhiere dei balconi, sono quegli orrendi Babbo Natale che si arrampicano... Quelli sul serio fanno passare la voglia del Natale persino a me che sono un po' come i NonSoChi di ChiNonSo ed aspetto il Natale tutto l'anno, ma pur di non vedere quegli obbrobbri appesi alla finestra, mi farei passare sopra dalle nove renne di Babbo Natale con slitta compresa.
Proprio gli sfigati Babbo Natale che in assenza di camini si arrampicano sulle finestre, mi fanno venire in mente (ma guarda un po') la canzone di Natale di quest'anno di Radio Deejay che, lasciatemelo dire, è come al solito geniale (e qui non parla solo la fan-aspirante speaker di Deejay!) e devo dire anche molto puntuale dal momento che questa moda assurda si sta velocemente sviluppando da qualche anno a questa parte. La versione cantata da Irene Grandi è molto carina, ma quella dei senza vergogna fatta dai dj è ancora meglio perchè rende maggiormente la comicità del testo.
Okay, dopo la breve parentesi barra sviolinata per Radio Deejay (oh, nun se pò mai sapè!), continuiamo a parlare di addobbi...
Okay, dopo la breve parentesi barra sviolinata per Radio Deejay (oh, nun se pò mai sapè!), continuiamo a parlare di addobbi...
Per quanto mi riguarda, io mi sento molto nord-europea anche in questo. Cioè, mi spiego meglio: quando ormai quattro anni fa sono andata a Parigi per uno stage linguistico con la scuola, era fine novrembre e la ville de l'amour era già illuminata dalle lucine colorate di Natale che le davano un effetto ancora più magico e romantico, poi ho scoperto che al Nord d'Europa, si inizia ad addobbare per Natale già fine novembre, se non mi sbaglio proprio il 24, ad un mese esatto dalla Vigilia.
E io che praticamente inizierei a fare l'albero già dopo Halloween, amo particolarmente questa tradizione e sono contenta che lentamente anche in Italia si inizia ad illuminare e a mettere i primi addobbi un po' prima dell'otto dicembre.
Ma purtroppo quest'anno la mia fretta nel voler fare l'albero e spargere le decorazioni Natalizia è stata messa un po' a freno - causa lavori a casa -, quindi ancora non ho potuto addobbare la casa, ma mi rifarò presto!
Uno dei ricordi più belli che ho, legati al Natale risale all'otto dicembre di un anno qualsiasi, quando vivevo ancora a Bagnoli e, con entrambi i miei genitori, facevamo l'albero. Mio padre era più bambino di me ed avrebbe iniziato a mettere le decorazioni prestissimo, mentre mia madre cercava sempre di rimandare. La tradizione voleva che andassimo a San Gregorio Armeno a vedere i presepi ed alcuni addobbi e talvolta papà ed io ci trovavamo in quelle zone più di una volta sotto Natale perchè andavamo a mangiare un'ottima frittata di maccheroni.
Dopo essere tornati da San Gregorio, papà andava fuori al balcone dove avevamo un ripostiglio in c'era il nostro bellissimo albero e tutte le decorazioni, alcune erano diventate oggetti di antiquariato per quanto erano vecchie e infatti ogni anno le palline più antiche si dimezzavano.
Montavamo i tre pezzi che componevano l'albero e poi arrivava la parte più divertente, ovvero mettere le lucine! Noi avevamo un procedimento che faceva invidia ai migliori decoratori: ci mettevamo in fila con mio padre a capo ed io alla fine, tutti e tre con in mano il filo pieno di lucette e poi iniziavamo a girare attorno all'albero tutti e tre insieme finchè non avevamo fatto più giri e l'albero non era completamente illuminato. Ovviamente ci avremmo messo molto meno se questa operazione l'avesse fatta solo uno di noi, ma così era molto più divertente e finivamo sempre per farci delle sonore risate.
Poi arrivava il momento più stressante, perchè papà avrebbe messo tutte le palline ed ogni tipo di decorazioni fino a rempire ogni centimetro dell'albero, mentre mia madre - la precisa della famiglia - voleva una cosa sobra ed elegante con colori che si abbinassero tra di loro e senza troppi fronzoli. Naturalmente sceglievamo rigorosamente i colori natalizi di cui il rosso non poteva mai mancare... Alla fine dopo aver sistemato le palline più grandi alla base dell'albero e quelle più piccole sopra ed aver scelto accuratamente quali altre decorazioni mettere, passavamo alla decorazione di tutta la casa: delle ghirlande appese al muro in alcuni punti della casa, un adesivo all'angolo dello specchio del bagno, gli accessori da cucina versione natalizia ed il presepe nella mia stanza... Il presepe fatto da mio padre un anno, aveva passato un sacco di tempo a San Gregorio per vedere come si facevano e poi cercava di ripetere quello che aveva imparato... sembrava un'opera titanica, ma alla fine delle feste, dopo l'Epifania, finalmente riuscì a completarlo e per me era il presepe più bello che esistesse e che ho potuto godere dal Natale successivo in poi.
La sera dell'otto dicembre eravamo tutti e tre abbastanza distrutti, ma casa nostra era meglio delle vetrine della Rinascente di Milano.
E con questo ricordo felice, vi lascio al prossimo appuntamento dello #SpecialeNatale e vi ricordo che se avete qualcosa da raccontare, aneddoti, storie, tradizioni e quant'altro riguardo il Natale, potete scrivermelo usando l'hashtag #rennediNatale su Twitter o commentando qui sul blog o sulla mia pagina Facebook.
E io che praticamente inizierei a fare l'albero già dopo Halloween, amo particolarmente questa tradizione e sono contenta che lentamente anche in Italia si inizia ad illuminare e a mettere i primi addobbi un po' prima dell'otto dicembre.
Ma purtroppo quest'anno la mia fretta nel voler fare l'albero e spargere le decorazioni Natalizia è stata messa un po' a freno - causa lavori a casa -, quindi ancora non ho potuto addobbare la casa, ma mi rifarò presto!
Uno dei ricordi più belli che ho, legati al Natale risale all'otto dicembre di un anno qualsiasi, quando vivevo ancora a Bagnoli e, con entrambi i miei genitori, facevamo l'albero. Mio padre era più bambino di me ed avrebbe iniziato a mettere le decorazioni prestissimo, mentre mia madre cercava sempre di rimandare. La tradizione voleva che andassimo a San Gregorio Armeno a vedere i presepi ed alcuni addobbi e talvolta papà ed io ci trovavamo in quelle zone più di una volta sotto Natale perchè andavamo a mangiare un'ottima frittata di maccheroni.
Dopo essere tornati da San Gregorio, papà andava fuori al balcone dove avevamo un ripostiglio in c'era il nostro bellissimo albero e tutte le decorazioni, alcune erano diventate oggetti di antiquariato per quanto erano vecchie e infatti ogni anno le palline più antiche si dimezzavano.
Montavamo i tre pezzi che componevano l'albero e poi arrivava la parte più divertente, ovvero mettere le lucine! Noi avevamo un procedimento che faceva invidia ai migliori decoratori: ci mettevamo in fila con mio padre a capo ed io alla fine, tutti e tre con in mano il filo pieno di lucette e poi iniziavamo a girare attorno all'albero tutti e tre insieme finchè non avevamo fatto più giri e l'albero non era completamente illuminato. Ovviamente ci avremmo messo molto meno se questa operazione l'avesse fatta solo uno di noi, ma così era molto più divertente e finivamo sempre per farci delle sonore risate.
Poi arrivava il momento più stressante, perchè papà avrebbe messo tutte le palline ed ogni tipo di decorazioni fino a rempire ogni centimetro dell'albero, mentre mia madre - la precisa della famiglia - voleva una cosa sobra ed elegante con colori che si abbinassero tra di loro e senza troppi fronzoli. Naturalmente sceglievamo rigorosamente i colori natalizi di cui il rosso non poteva mai mancare... Alla fine dopo aver sistemato le palline più grandi alla base dell'albero e quelle più piccole sopra ed aver scelto accuratamente quali altre decorazioni mettere, passavamo alla decorazione di tutta la casa: delle ghirlande appese al muro in alcuni punti della casa, un adesivo all'angolo dello specchio del bagno, gli accessori da cucina versione natalizia ed il presepe nella mia stanza... Il presepe fatto da mio padre un anno, aveva passato un sacco di tempo a San Gregorio per vedere come si facevano e poi cercava di ripetere quello che aveva imparato... sembrava un'opera titanica, ma alla fine delle feste, dopo l'Epifania, finalmente riuscì a completarlo e per me era il presepe più bello che esistesse e che ho potuto godere dal Natale successivo in poi.
La sera dell'otto dicembre eravamo tutti e tre abbastanza distrutti, ma casa nostra era meglio delle vetrine della Rinascente di Milano.
E con questo ricordo felice, vi lascio al prossimo appuntamento dello #SpecialeNatale e vi ricordo che se avete qualcosa da raccontare, aneddoti, storie, tradizioni e quant'altro riguardo il Natale, potete scrivermelo usando l'hashtag #rennediNatale su Twitter o commentando qui sul blog o sulla mia pagina Facebook.
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