Imagine all the people living life in peace, cantava John Lennon e a quarantun'anni di distanza sembra ancora che questa frase sia un'utopia.
So che questo non è il posto migliore ed io non sono sicuramente la persona adatta per parlare di questi argomenti e come ho già detto altre volte, non mi piace parlarne. Ma forse in alcuni casi è meglio parlare, anzichè lasciare il posto ad un silenzio assordante...
Non si può morire a sedici anni in questo modo... La guerra, qualsiasi essa sia, non è mai giusta, per nessun motivo, perchè non colpisce mai solo il diretto interessato, ma coinvolge sempre molta - troppa! - altra gente che non c'entra niente, a maggior ragione se la guerra nasce dalla mafia e coinvolge dei ragazzi di una scuola. E anche questa è guerra, soltanto che non ci sono due o più parti coinvolte, ma è una guerra fatta da un lato solo, contro tutti e forse, è la guerra peggiore.
È inutile continuare a ripetere che questo è stato un terribile atto terroristico, è un dato di fatto che sia così...
Che male avevano fatto i ragazzi di quella scuola per meritare questo? Un premio per la legalità non giustifica la morte di una ragazzina di sedici anni e le ferite di altri ragazzi... E purtroppo anche quando sarà fatta giustizia - e mi auguro che questo non resti uno dei tanti casi irrisolti -, questa non riporterà indietro Melissa, i suoi sogni, la sua passione per la moda e non fermerà le lacrime e il dolore dei suoi genitori, di quell'amica che ora è in gravi condizioni e si sveglierà senza di lei, dei suoi compagni di scuola e probabilmente di tutta l'Italia, o almeno quella parte che non è marcita insieme a tutto il resto.
Per quanto tempo può un uomo girare la testa fingendo di non vedere?
Quante orecchie deve avere un uomo prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinchè lui sappia che troppa gente è morta?
La risposta, amico mio, si perde nel vento.
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